
Rappresentanti dei comuni delle Regioni Bernina, Maloja e della Provincia di Sondrio hanno presentato oggi a St. Moritz (GR) i prossimi passi del progetto Interreg Regio Retica. Un’analisi socioeconomica del territorio fornirà le basi delle priorità d’azione.
“Bisogna immaginarsi un’area nelle Alpi retiche a forma di anello, che si estende dall’Alta Engadina alla Valtellina attraverso la Val Bregaglia e la Valposchiavo. Un anello interdipendente, dove ciò che succede da una parte della frontiera ha ricadute su ciò che succede dall’altra parte.” È questa l’immagine che Maurizio Michael, uno dei promotori del progetto Regio Retica, ha fornito oggi a St. Moritz durante l’evento di lancio. L’obiettivo è di sviluppare strategie condivise per migliorare la qualità di vita dei cittadini e delle imprese su entrambi i lati del confine. Si tratta di circa 200’000 persone fra la Provincia di Sondrio e le Regioni Maloja e Bernina. Un territorio di oltre 4’000 chilometri quadrati che condivide cultura e storia, ma anche incognite e problemi.
Secondo i relatori, gli ambiti in cui questa regione potrà essere attiva in futuro sono molteplici. Dal turismo ai trasporti, dalla sanità alla formazione professionale. “Il problema dei lavoratori specializzati è contingente sia per la Svizzera che per l’Italia e ci porta a dover ragionare assieme a una soluzione”, ha detto Davide Menegola, presidente della Provincia di Sondrio, a Keystone-ATS.
“Evitiamo di andare sempre a Berna e a Roma, se non è necessario, ma ragioniamo prima in un contesto di vicinanza”, ha spiegato il granconsigliere liberale Maurizio Michael, che già da una ventennio si occupa di progetti transfrontalieri.
Un’analisi socioeconomica del territorio
Nell’evento odierno i promotori hanno mostrato le prossime tappe. Per capire quali sono i temi più urgenti da affrontare entro quest’estate verrà redatta un’analisi socioeconomica del territorio. “Vogliamo capire come funziona quest’area, quali sono i legami nel mondo del lavoro e nei servizi. Per questo ci servono dei dati, che andranno monitorati nel tempo, rilevando cambiamenti ed evoluzioni”, ha spiegato Maurizio Michael. Queste informazioni fungeranno da base per creare dei progetti concreti, che nascono dai bisogni di questo territorio di confine. I primi dovrebbero vedere la luce entro la fine del 2026.
Un comitato di pilotaggio formato da sei persone verrà interpellato ogni volta che si tratterà di prendere delle decisioni. “In una fase successiva prevediamo di consolidarlo e renderlo un’organizzazione stabile”, ha continuato Michael. Il progetto ha un budget che supera i 600’000 franchi, divisi fra Italia e Svizzera.
Olimpiadi 2026 come spunto?
Malgrado al momento il tutto suoni ancora in modo teorico, dalla platea l’assessore della Regione Lombardia, Massimo Sertori, ha citato un evento concreto, che si trova ormai alle porte: le Olimpiadi di Milano Cortina 2026, che vedrà coinvolta anche Livigno e Bormio. “Nel febbraio dell’anno prossimo tutto il mondo ci guarderà, ma per chi ci guarda da lontano i confini contano solo fino a un certo punto”, ha detto Sertori, che vede le Olimpiadi come un’occasione unica per programmare il futuro assieme.
L’assessore ne ha approfittato per lanciare uno spunto futuro. “Livigno e St. Moritz dal mio punto di vista potrebbero essere un comprensorio unico che si rivolge al mondo. È una cosa talmente ampia e talmente grande che deve mettere a fattor comune anche quelle che sono eventuali miglioramenti nei collegamenti”, ha concluso Sertori.