Fries soddisfatto per il successo di sConfini

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Da poco conclusa, lo scorso 3 maggio, l’edizione 2025 di “sConfini – Festival del Contrabbando culturale”, Il Bernina ha posto alcune domande sull’evento al direttore di Valposchiavo Turismo, Thomas Fries.

Signor Fries, si è da poco concluso il Festival del Contrabbando Culturale sConfini 2025, può farci un primo bilancio di questi circa 10 giorni di eventi?
Nella sua quarta edizione, il Festival è stato sicuramente un successo, anche grazie al tempo eccezionalmente stabile per dieci giorni consecutivi. Per la prima volta quest’anno abbiamo potuto registrare un flusso di visitatori significativo. Possiamo guardare con soddisfazione a un’ottima collaborazione transfrontaliera con Tirano sotto la loro nuova direzione, ad una prima collaborazione con la Cooperativa Agricola di Viano e a concerti molto partecipati che hanno rappresentato un grande finale.

Ha personalmente partecipato a uno o più di questi appuntamenti? Come li ha trovati?
Vorrei menzionare alcuni momenti salienti personali e anche piacevoli sorprese dal punto di vista della nostra organizzazione turistica: mi ha colpito molto la grande partecipazione alla giornata tematica da Tirano a Baruffini e il numero di volontari e associazioni coinvolti. Questo dimostra che, grazie alle sinergie e all’interesse condiviso per un tema e un evento, si possono ottenere grandi risultati. Ritengo inoltre che siamo riusciti molto bene a collegare la conferenza – seppur tematicamente molto specifica – tenutasi a Casa Besta dal titolo «Valposchiavo e Valtellina – paesaggi di segale e grano saraceno, custodi di un patrimonio culturale UNESCO» con la cena di altissimo livello in un’atmosfera raffinata, realizzata con prodotti 100% Valposchiavo. Senza dubbio, anche l’elevato numero di partecipanti ai concerti non era prevedibile ed è stata una piacevole sorpresa.
Volevo menzionare anche il giovane cineasta svizzero Magnus Langset, che si è impegnato ad approfondire quest’anno il suo film sul Contrabbando. C’è sicuramente interesse intorno questo tema, questo ci incoraggia a continuare a raccontare.

Quanti biglietti sono stati venduti per i due concerti in piazza? Sia 77 Bombay Street che Nomadi hanno avuto il tutto esaurito?
Sono state presenti 680 persone venerdì e 1’180 persone sabato sulla piazza di Poschiavo, inclusi i biglietti per gli sponsor.

Il cachet degli artisti sul palco è stato coperto dalla vendita dei biglietti o è stato necessario reperire altri fondi?
Entrambe le risposte. Sulla locandina e sul sito web del Festival si vede una gran varietà di sponsor, che ci hanno aiutato a coprire economicamente questi questi eventi. Ma nonostante questo aiuto, abbiamo anche fatto affidamento su una buona vendita dei biglietti.

I concerti di grandi artisti a maggio per aprire la stagione sono ormai consuetudine a Poschiavo, qual è il suo punto di vista da direttore di Valposchiavo Turismo da poco subentrato? E’ una strategia vincente?
Non sono un amico delle opinioni affrettate, ma delle analisi e delle riflessioni approfondite.
Farò nei prossimi giorni un bilancio con un analisi dei punti di forza e di debolezza, insieme al Gruppo Operativo e al Comitato di Valposchiavo Turismo. Prenderò in considerazione com’è andato quest’anno e come gli anni scorsi, ascoltando le tendenze nel turismo, in altre destinazioni e nel mondo della musica in generale. E poi, alla fine, il Festival dovrebbe essere recepito come una entità e una storia del contrabbando.

Allo stesso tempo quanto è importante la cooperazione transfrontaliera con la vicina Valtellina?
Un Festival che se chiama “Festival dal Contrabbando culturale”, con la nostra storia transfrontaliera deve necessariamente includere entrambe le parti.
La collaborazione con Tirano è stata molto gradevole e, spero, che l’approfondiremo.
Abbiamo certamente un potenziale per essere più presenti sul mercato italiano con le nostre offerte, dunque devono essere offerte che attirino.
La storia del contrabbando ha certamente ancora un potenziale e dobbiamo ancora approfondire l’aspetto “sconfinando” che si nasconde nell’idea dal Festival.

Ivan Falcinella
Membro della redazione