Con 102’000 partecipanti in tutta la Svizzera, la Festa danzante 2025 ha battuto il proprio primato, segnando due decenni di continua crescita. In soli cinque giorni, sono stati organizzati su tutto il territorio oltre 600 eventi e circa 700 corsi di danza e laboratori. I progetti nazionali organizzati da Reso – Rete Danza Svizzera hanno fatto da elemento unificatore tra le proposte delle 44 località che quest’anno hanno aderito alla manifestazione. Un grande successo che conferma il suo ruolo centrale nel panorama culturale svizzero e la vitalità della danza nel nostro Paese.
Un filo rosso danzante che ci unisce: il flashmob nazionale DANCE IS IN THE AIR
Il flashmob “Dance Is in the Air”, creato per questa importante ricorrenza dal coreografo Muhammed Kaltuk, sarà ricordato come uno dei momenti salienti dell’evento di quest’anno. In 13 città, oltre 2000 partecipanti di tutte le età hanno fatto vibrare simultaneamente lo spazio pubblico sulle note di “The Code” di Nemo, un momento di forte unità coreografica e di gioiosa emozione condivisa. Le occasioni per divertirsi e ballare insieme non sono mancate, nel Techno-Nection Party di Lugano (con le suggestive incursioni coreografiche della Vaga Project di Milano), ma anche durante i numerosi corsi di danza, dove il pubblico ha sperimentato una varietà di stili di ballo: dalla pizzica, al tip tap, al tango o alla Danza immaginale. Oltre che rito sociale, la danza è anche una forma di cura della comunità, come ci ha ricordato la Cie Joshua Monten, con Faking it!, dove i quattro danzatori hanno coinvolto il pubblico nella loro performance intensa ed energica, ricordandoci il potere aggregativo del ballo.
La danza ci interroga e veicola importanti temi sociali
Il programma Dance on Tour, coordinato da Reso, ha creato l’opportunità di scoprire alcune delle compagnie di danza più talentuose del Paese, tra cui quattro vincitori dei Premi svizzeri delle arti sceniche. Il rapporto tra la natura, l’ambiente e l’essere umano è stato splendidamente esplorato in LES FLEURS SAUVAGES della MARCHEPIED Cie, a Poschiavo. Gli spettacoli TikTik-Ready Choreographies di Anna-Marija Adomaitytė e Luup della Cie Nicole Seiler, hanno questionato il mondo digitale, il rapporto con i social e l’intelligenza artificiale. Spunti di riflessione sulla salute mentale sono stati evocati dalla ticinese Marylin Galizia con Feeling good?, una creazione sostenuta da Zeta Movement, associazione svizzera che si occupa di queste tematiche.
La danza e la consapevolezza del corpo
Il richiamo verso la dimensione più intimistica, meditativa che porta a sperimentare nuovi modi di muoversi nel proprio corpo, è tornato come un refrain negli eventi proposti a Poschiavo, nella danza laban di Nunzia Tirelli e nell’installazione partecipativa di Moni Wespi sul recupero della lentezza. A Lugano, con Giuseppe Comuniello, danzatore cieco, abbiamo sperimentato come attraverso la destrutturazione dei gesti e movimenti sia possibile fare sorgere nuove possibilità di relazione con il proprio corpo e con quello degli altri.
Un bilancio all’insegna delle collaborazioni nella Svizzera italiana
La primavera, neanche a farlo apposta, è sbocciata proprio con l’arrivo della Festa danzante, che quest’anno ha accolto un pubblico di oltre 2000 persone nella Svizzera italiana. Una bellissima Festa danzante a Poschiavo, molto sentita, partecipata, in cui sono state apprezzate le diverse e variegate esibizioni: in particolare, la performance di apertura di sabato in Piazza e LES FLEURS SAUVAGES. In Ticino, tra i momenti più apprezzati dal pubblico, gli spettacoli open air (Faking it! e Luup) e le performance site specific, che segnano un consolidamento della collaborazione, già in atto da qualche anno, con i musei, in coincidenza di data con la Giornata Internazionale dei Musei. Oltre ai due tradizionali partner – il Museo d’arte di Mendrisio (dove Festa danzante Ticino ha debuttato con il poetico Corpi critici della compagnia ticinese Fluctus) e il Museo Vincenzo Vela di Ligornetto (con il suggestico Amadriadi di Ifigenia / Tyché) -, si annoverano due nuove fertili collaborazioni: il Museo Hermann Hesse di Montagnola (con È già la fine del mondo, di Elisabeth Sassi e Cecilia Francesca Croce), e il Museo Casa Rusca di Locarno. In questa sede si è conclusa in bellezza e con grande partecipazione la manifestazione Divina Signa, creata dalla MOPS_DanceSyndrome in dialogo con le opere di Niele Toroni.