Sabato, 6 maggio 2017, ho preso parte a Poschiavo, seppur passivamente e per un tempo limitato, alla «Festa danzante», una manifestazione promossa da RESO (Rete Danza Svizzera), l’organizzazione dietro cui si cela, almeno per quanto riguarda l’evento che ormai è giunto alla sua quinta edizione nel borgo grigionitaliano, l’impulso energetico di Paola Gianoli.
L’atmosfera che vi si respira è di gioia e voglia di riscoprirsi attori sul grande palcoscenico della danza, senza alcuna inibizione o complesso dilettantistico: ognuno(a) dando sfogo alla propria autenticità in un movimento del corpo in cui si propongono bravure e limiti del proprio essere, in una cornice inaspettatamente armonica e naturale. Credo che la danza, da sempre, svolga anche questo ruolo, ossia quello di tentare di ristabilire un’armonia fra anima e corpo nel rispetto verso gli altri danzatori, lo spazio circostante e il cosmo.
Durante le due performance-lezioni a cui ho assistito (contact improvisation e oriental fusion), le insegnanti hanno spesso messo l’accento sul fatto di trovare l’armonia, l’equilibrio e la consapevolezza del proprio corpo nello spazio, il rapporto con la terra e la sua forza di gravità, attitudini indispensabili nella danza, ma anche nella vita di tutti i giorni. Forte l’adesione delle donne all’evento, mentre per gli uomini sembrano ancora sussistere forti titubanze.
Con l’istituzione della «Giornata internazionale della danza» (29 aprile), cui questa manifestazione è legata, si desidera riportare fra la gente, e nelle piazze, un elemento fondante di tutte le civiltà, che nella società contemporanea spesso è relegato a un livello secondario. La danza invece è un’arte che, se vissuta in prima persona, attiva l’insieme dei nostri sensi, creando ponti ideali e metaforici tra il teatro e la musica, e mantenendo il nostro corpo in salute. Il senso della danza come arte vissuta a tutto campo era anche il tema del film «Pina» di Wim Wenders, proiettato ininterrottamente presso la galleria Pgi durante l’intero pomeriggio.
Grazie a questo ben strutturato e variegato evento, unico nel Cantone dei Grigioni, la Valposchiavo e il suo borgo principale riescono ad apparire meno distanti dai grandi centri urbani della Svizzera e del mondo, dove da sempre prendono avvio le nuove tendenze artistico-sociali. A coronare la manifestazione, in collaborazione con la Pgi, è seguito in serata lo spettacolo «Danza di parole», messo in scena dalle allieve della Scuola Musicale di Poschiavo e della Scuola civica di musica danza e teatro di Sondrio, Fanny Huber e Monique Kroepfli, e l’accompagnamento musicale di Alex De Simoni.
Achille Pola