L’arminuta – Donatella di Pietrantonio

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Romanzo lungo circa 160 pagine ambientato in Italia negli anni settanta e la cui protagonista è una ragazzina tredicenne. La giovane conduce una vita agiata in città tra corsi di danza e piscina. Un bel giorno le viene però svelato che quella non è la sua vera famiglia e che deve tornare dalla madre biologica. Così diventa l’arminuta, la ritornata. La sua nuova realtà è completamente diversa: piccolo paese dell’entroterra abruzzese, famiglia poverissima e tanti fratelli, con cui ha uno strano rapporto. Con Vincenzo diventa quasi incestuoso.
Libro originale per trama e personaggi, molto vero, con dialoghi in dialetto abruzzese. Davvero consigliato.

«Ero l’Arminuta, la ritornata. Parlavo un’altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza»

Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L’Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell’altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all’altro perde tutto – una casa confortevole, le amiche piú care, l’affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l’Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo.


di Patty / pagina fb