L’esperto di Comparis: la sanità dovrebbe funzionare come Uber

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Durante un’intervista giornalistica, il presidente della società svizzera di ortopedia chiede l’introduzione di un sigillo di qualità per i medici attivi in Svizzera. Felix Schneuwly, esperto di casse malati presso comparis.ch, è scettico: «Ciò che a prima vista potrebbe sembrare un’iniziativa volta a migliorare la qualità medica, è solo un diploma in più. Chi vuol fare davvero qualcosa per la qualità delle cure, dovrebbe promuovere l’introduzione di un sistema simile a quello di Uber anche nella sanità.

Gli ortopedici svizzeri criticano il livello di formazione delle università straniere. Temono che il riconoscimento automatico dei diplomi non svizzeri nell’ambito degli accordi bilaterali possa ridurre il livello di qualità della Svizzera. Felix Schneuwly, esperto di casse malati presso comparis.ch, capisce le paure, ma le relativizza: «Il livello di formazione è naturalmente importante e infatti è proprio per questo che con i criteri di equipollenza si stabiliscono regole chiare per il riconoscimento dei diplomi esteri. Le autorità responsabili per questo procedimento sono state finora troppo poco severe. Tuttavia, anche la migliore formazione non può garantire né sicurezza del paziente né qualità di cura, se le autorità non controllano sul posto e non rendono trasparente la qualità delle cure per il paziente.

Le cucine dei ristoranti sono soggette a controlli più severi delle sale operatorie
Il problema pressante della qualità si trova secondo Schneuwly presso le istanze di controllo cantonali: «Oggi le pratiche mediche sono controllate meno attentamente delle cucine dei ristoranti». Non sono però solo i cantoni ad essere troppo poco severi. L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) deve attuare con coerenza la Legge federale sull’assicurazione malattia (LAMal). Ad esempio far sì che tutti i fornitori di prestazioni misurino la qualità delle loro cure secondo criteri settoriali specifici validi per tutta la Svizzera e ne pubblichino i risultati. Schneuwly critica: «La LAMal prevede indicatori di qualità specifici già dalla sua entrata in vigore, avvenuta 20 anni fa. L’attuazione non dovrebbe più essere un problema nell’era del digitale. Il fatto che sia possibile è dimostrato dalla pubblicazione dei tassi di morte, di infezione e di errori degli ospedali. Adesso non ci sono più scuse per i fornitori di prestazioni ambulatoriali.

Più efficienza e trasparenza con controlli e pubblicazione della soddisfazione dei clienti
Anche le valutazioni dei pazienti possono creare maggior trasparenza. Schneuwly aggiunge: «Un sistema di ricerca, mediazione e valutazione, come quello utilizzato da Uber nel settore tassistico, potrebbe aiutare molto i pazienti nella scelta del medico o dell’ospedale adeguato». Allo stesso tempo aumenterebbe anche la pressione in termini di qualità ed efficienza esercitata sui fornitori di prestazioni e le prestazioni diverrebbero trasparenti e confrontabili. «Dovremmo fare di tutto per aumentare la qualità effettiva delle cure mediche. Sono troppi i pazienti che continuano a morire oggi in Svizzera per errori che potrebbero essere evitati» riassume Schneuwly. L’Associazione nazionale per lo sviluppo della qualità negli ospedali e nelle cliniche (ANQ) ha creato trasparenza con i primi dati sulla qualità.

Per quanto riguarda l’importanza che gli ortopedici danno alla qualità, c’è da dire che se con la loro iniziativa volessero davvero garantire la qualità, la prima cosa da fare sarebbe esigere dalle autorità almeno un’applicazione severa dei criteri di equipollenza già esistenti per il riconoscimento dei diplomi esteri e delle disposizioni della LAMal sugli indicatori di qualità. Invece, la società svizzera di ortopedia pensa all’introduzione di un marchio di qualità. Schneuwly è contrario all’introduzione di un ulteriore diploma: «Un certificato o un diploma in più nella sala d’attesa degli ortopedici non dà ai pazienti una maggior sicurezza. Se invece i medici cantonali di tanto in tanto vanno a controllare negli studi e negli ospedali se i medici fanno anche ciò che promettono i loro diplomi, sono molto più d’aiuto ai pazienti. Se poi ci si impegna per misurare e pubblicare la soddisfazione dei clienti, anche la libera scelta dei medici e degli ospedali non sarà più un volo alla cieca».


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