Su invito di Valposchiavo Turismo, lo scorso martedì pomeriggio, alcuni operatori di strutture ricettive della valle si sono ritrovati a Poschiavo, presso l’Hotel Suisse, per ascoltare le esperienze di Chris Rosser, presidente della “Cooperazione alberghiera Frutigland”, nell’Oberland bernese. A fine incontro “Il Bernina” ha voluto raccogliere le impressioni a caldo del relatore, nonché quelle di Marcello Gervasi e Kaspar Howald, rispettivamente presidente e direttore di Valposchiavo Turismo.
Chris Rosser, che è anche direttore dell’Albergo Schützen di Steffisburg, dichiara che «le molte sfide per il futuro della nostra regione, quali lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione, la pianificazione della successione e la stabilità economica delle strutture, sono simili a quelle della Valposchiavo. Tre anni fa da noi si è perciò deciso di affrontarle con una cooperazione che nel frattempo ha ottenuto i primi risultati con risparmi fino a CHF 250’000.-. Se e come possa avvenire una simile cooperazione in Valposchiavo non è stato l’oggetto dell’odierna discussione, volta invece ad informare i colleghi valposchiavini dei successi, ma anche degli errori commessi nella regione del Frutigland».
«Quest’incontro è avvenuto su iniziativa di Valposchiavo Turismo dopo la pubblicazione dei risultati di “Hotelimpuls”, a cui avevano aderito 15 strutture ricettive della valle», così ci spiega Marcello Gervasi, aggiungendo che «nella scorsa primavera Valposchiavo Turismo ha già organizzato un seminario sul marketing con Graubünden Ferien e un altro con un esperto di business plan, da cui però non sono emersi stimoli concreti. Con questo ulteriore incontro, molto interessante, auspichiamo si possa proseguire verso una maggiore cooperazione nel settore». Marcello Gervasi non ha però nascosto il suo rammarico sul fatto che delle trenta strutture invitate, solo una quindicina abbiano accolto l’invito: «Abbiamo grandi problemi nel dare seguito al progetto “Hotelimpuls”, poiché la gestione di un albergo viene recepita come un affare privato e lo scambio di informazioni fra i diversi attori è una questione molto delicata».
Per Kaspar Howald «sarebbe tuttavia auspicabile tradurre in pus’ciavin il tipo di cooperazione avvenuta nel Frutigland», anche se ammette che da noi ci sono una mentalità e un contesto turistico-economico assai diversi. Basti pensare che le 11 strutture alberghiere aderenti a questa cooperazione del Frutigland, che usufruisce anche di una buona stagione invernale, da sole sviluppano il doppio del fatturato delle trenta strutture della nostra valle. Tuttavia, «la cosa più importante, adesso», insiste Howald, «è fare in modo che il lavoro svolto nell’ambito di “Hotelimpuls” non sia stato inutile e cercare di sviluppare una collaborazione concreta fra albergatori e ristoratori di “buona volontà”, magari anche solo di un gruppo limitato di operatori, che prosegui su questa via».
Alla domanda su come, concretamente, sia possibile cooperare, Marcello Gervasi afferma che «nell’acquisto delle merci, ad esempio, un conto è trattare da singolo con cifre d’affari di CHF 10’000.-, un altro è accordarsi con i fornitori sul prezzo con numeri che sfiorano il milione di franchi; lo stesso vale anche per tutti gli altri costi fissi, come l’energia o le assicurazioni. Ma in ogni caso, soprattutto se non verrà eseguita un’adeguata pianificazione delle successioni, nei prossimi anni molte strutture alberghiere della nostra valle rischieranno di chiudere i battenti».
Achille Pola