Artisti che vedono la luce nascosta nel legno

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Chi sono, da dove provengono e cosa creano
Potete incontrarli in piazza, a Casa Mini, nei pressi di Casa Tosio, hanno in mano motoseghe e scalpelli, sono gli scultori chiamati per l’Expo Valposchiavo.

Sostenuti da sponsor locali, dal primo del mese fino alla mattinata del 4 novembre, si dedicano a lavorare grandi e grossi tronchi per ricavare opere d’arte ispirate al tema generale dell’Expo 2012, il legno e la luce.
Due elementi apparentemente inavvicinabili: il legno, fibroso, pesante, profondamente materico, la luce, irraggiante, lieve e inconsistente. Ma c’è una relazione vitale e inscindibile fra loro, a cui pochi pensano. Il forestale Zeno Bontognali, attento osservatore del bosco e della natura, sagacemente ci dice: “Il nome della manifestazione Legno e Luce è azzeccato. Riflettiamoci un poco. La luce è fondamentale per la vita e la crescita delle piante. Come una batteria, l’albero accumula questa energia vitale e ne fa materia. Quando noi prendiamo i pezzi di legno e li accendiamo, ecco che il legno rilascia questa energia, ritorna a diventare luce e calore. È un ciclo che l’uomo riesce a sfruttare in maniera eccezionale”.

Gli scultori si consultano sotto il tendone

 

Per informare il pubblico dell’Expo, Il Bernina ha deciso di offrire ai suoi lettori una rapida presentazione dell’identità degli scultori e del progetto che stanno elaborando in questa speciale occasione valposchiavina.

Nella Piazza del Borgo si trova un tendone che copre le opere di tre artisti: due donne e un uomo. Arianna Gasperina proviene dalla Val Vasone nel Friuli Venezia Giulia (Italia), ha un proprio laboratorio artistico, e sta riducendo il tronco assegnato nella figura di una donna celeste che veste dei raggi di luce (titolo: “Attesa nella luce”). Il concetto si basa sulla donna che emana la luce, poiché solo lei ha l’energia per partorire, dare la vita, donare un futuro ad altri esseri viventi.

Arianna Gasperina a fianco alla sua opera

 

L’artista Isabella Corni, responsabile del Laboratorio di scultura della Terza età di Ivrea (in Piemonte, Italia), sta lavorando sul progetto “La falena”. Fondendo le sembianze della farfalla notturna con quelle di una donna, vuole mostrare con una certa ironia come l’animo femminino sia attratto dalla luce, simbolo di desiderio. Come una falena che sbatte contro una lampada fino a morire, anche la donna è irresistibilmente attratta da ciò che splende e può donare luce alla sua vita, con il rischio però di procurarsi continuamente dolore.

Isabella Corni in azione con la motosega

 

Lluís Ribalta Coma Cros viene da Calaceit vicino a Barcellona in Spagna e propone l’opera “Luce prodotta, luce riflessa”. La sua idea è di ricreare sulla struttura lignea la relazione cosmica che avviene tra il sole che sprigiona la luce e la luna che la riflette. Lo scultore cercherà di rendere visibile la congiuntura tra la nostra stella e il satellite attraverso una linea che le unisca.

Lluis Ribalta Coma Cros segna il legno della sua opera

 

In prossimità di Casa Tosio si osserva il lavoro di Andrea Gasperi e Iwan Chiodini. Il primo di Cortina d’Ampezzo (Belluno, Italia), scultore e scenografo per teatri e parchi di divertimento, punta a formare con una sfera di legno, coni e specchi, la sembianza e la lucentezza del sole (titolo: “Il sole di legno”).

Un piccolo tornio azionato da un trapano per Andrea Gasperi

 

Il secondo, proveniente dall’Umbria (Italia), svolge la professione di operaio metalmeccanico ma ha una passione irrefrenabile per la scultura. Qui, a Poschiavo, rappresenterà l’opera dal nome “Amico orso”. Consultando Facebook ha visto il dibattito che c’è in Valposchiavo sulla convivenza con l’orso e di seguito si è documentato sulle usanze dell’animale. La sua è una forma di sensibilizzazione perché l’orso, se la gente riesce a organizzarsi adeguatamente, si può gestire e potrebbe essere un forte elemento di promozione per il turismo della Valle.

Iwan Chiodini scolpisce
L’Amico Orso, certamente un’opera controversa per gli abitanti della Valposchiavo

 

All’entrata di Casa Mini lavorano due bellunesi. Beppino Lorenzet, insegnante d’intaglio nelle scuole superiori, sta rappresentando la figura della Papessa Giovanna che nel IX secolo morì durante un corteo, dando però al figlio che teneva in grembo la possibilità di vedere la luce (titolo: “Presto vedrai la luce”). La sua intenzione è di onorare questo personaggio storico e leggendario legando la sua sacralità con quella che evoca il legno e la luce.

Beppino Lorenzet alle prese con la Papessa Giovanna

 

Infine, l’artista Sara Andrich fonda la sua opera su un concetto esistenziale. All’interno di un tronco, tinto di bianco e intagliato con la frase che dà il nome all’opera “Take everywhere the bright light of your eyes” (trad. “Cogli ovunque la brillante luce dei tuoi occhi”), verrà creato un gioco ottico. Lo spettatore che vuole partecipare avvicinerà i suoi occhi a una fessura da dove fisserà il suo sguardo su uno specchio al centro di un labirinto di forme. Chi è felice con se stesso riuscirà per un minuto a fissare le proprie pupille, chi è soggetto a solitudine, stanchezza, malinconia, si smarrirà nel ghirigori attorno.

Sara Andrich lavora la superficie del tronco

 

Senza dubbio queste persone hanno già trovato la felicità. Dove? È chiaro, in un pezzo di legno.

A tu per tu, donna e legno, alla ricerca della luce

 

Le scultrici e gli scultori sono sostenuti da:

Lluís Ribalta Coma Cros: “Luce prodotta, luce riflessa”
BPS (SUISSE), Poschiavo

Beppino Lorenzet: “Presto vedrai la luce”
ÖKK, Valposchiavo

Isabella Corni: “La falena”
Tipografia Menghini, Poschiavo

Arianna Gasperina: “Attesa nella luce”
M. Betti sagl, La Rasiga

Andrea Gasperi: “Il sole di legno”
Zala Manuele, Prada

Sara Andrich: “Take everywhere”.
CMF & Partners, La Rasiga

Iwan Chiodini. “Amico orso”.
Fiduciaria Pola, Poschiavo


Sponsor principali EXPO Valposchiavo 2012

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