Luigi Badilatti e l’idea più commentata dell’anno

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Anche quest’anno Il Bernina ha selezionato gli eventi e intervistato alcuni personaggi valposchiavini che si sono distinti nel corso del 2019. Tra le proposte che più hanno fatto discutere (20 commenti registrati nell’articolo “Prima che sia troppo tardi”) c’è senza dubbio quella di Luigi Badilatti, relativa alla creazione di uno spazio espositivo sulla Ferrovia del Bernina in prossimità della stazione di Poschiavo.


La scorsa primavera hai pubblicato “Prima che sia troppo tardi”, un articolo finalizzato a promuovere il turismo in Valposchiavo. Un’idea ambiziosa secondo la nostra redazione. Puoi riassumerla brevemente?

Volentieri. Intanto penso proprio di non aver scoperto nulla di nuovo. Parto semplicemente dal fatto che la Ferrovia del Bernina è l’unica linea ferroviaria svizzera che attraversa le Alpi su un tracciato aperto “dai ghiacciai del Gruppo del Bernina ai vigneti della Valtellina” e che i valposchiavini possono legittimamente ritenersi i depositari del marchio che viene definito un capolavoro ingegneristico, una delle più grandi sfide dell’industria ferroviaria: la tratta del Bernina. Ne siamo i custodi, abbiamo l’esclusiva; un peccato grave direi, non sfruttare un’opportunità come questa.

L’altro aspetto è dato dal fatto che la Ferrovia Retica riesce a motivare un gran bel numero di utenti a scegliere la tratta del Bernina per immergersi in una realtà capace di produrre esperienze ed emozioni uniche (nel 2018 a Poschiavo 1’376’106 passaggi). A questo punto le possibilità sono due: rinunciare o darsi da fare per fermare alla stazione di Poschiavo un numero maggiore di passeggeri che la Ferrovia Retica ci porta direttamente in casa. E… nota bene: gratuitamente!

Come è stata accolta l’idea?

In termini generali, l’idea ha trovato ampio consenso. L’iniziativa è piaciuta subito a Valposchiavo Turismo e all’Associazione Artigiani & Commercianti Valposchiavo. Anche la Regione Bernina, a cui è affidato “il compito di promuovere l’economia locale e di sostenere lo sviluppo con azioni mirate”, sostiene l’idea.

È vero che hai dato un nome a questo tuo concetto?

Corrisponde. Con la creazione di uno spazio che ho denominato PUNTO ROSSO, Poschiavo diventa un punto di arrivo, una destinazione che permette all’utente di continuare virtualmente il suo viaggio, di confrontarsi con la realizzazione della Ferrovia del Bernina, di vivere la tratta nelle rispettive stagioni, di riscoprire panorami che gli sono sfuggiti, di approfondire dettagli storici, naturalistici, tecnici ecc.

Tra altro, secondo gli esperti i turisti apprezzano sempre più valori come la tipicità, l’autenticità, l’esperienza, la storia, le tradizioni ecc. In un mercato come quello del turismo, sempre più segmentato e competitivo, è inoltre essenziale valorizzare le peculiarità, distinguersi dalla concorrenza.

Riuscire a distinguersi

In termini pratici, come possiamo immaginarci la visita al PUNTO ROSSO?

Intanto, sempre secondo la mia percezione, il viaggio in treno concede poco tempo per ammirare gli imponenti scenari. Pensiamo anche alle giornate in cui si vede poco o nulla. La possibilità di rivedere il tutto con rispettive spiegazioni è un valore aggiunto, un complemento didattico importante in quanto permette al diretto interessato di immergersi nel territorio, di prendere atto e di approfondire anche altre interessanti realtà.

Con l’uso della moderna multimedialità e installazioni interattive, all’utente viene concessa l’opportunità di vivere il presente ma soprattutto di confrontarsi, di interrogarsi, di dialogare con il passato e, perché no, di rapportarsi con il futuro. La nuova tecnologia permette al visitatore anche di ritagliarsi un’esperienza su misura, di diventare, lui stesso, protagonista. Per fare un esempio: a Vienna si può virtualmente dirigere una grande orchestra: e perché non potersi mettere, a Poschiavo, alla guida del “trenino rosso”?

Dicevi che il visitatore può approfondire anche altre realtà. Cosa intendi?

Penso principalmente alla messa in opera e allo sviluppo della tratta denominata Bernina, ma anche all’importante sfruttamento idrico in Valposchiavo (ci sono stati segnali positivi da parte Repower), penso allo stesso territorio della Valposchiavo, alla sua cultura, alle sue tradizioni, alla possibilità di confrontarsi con i nostri prodotti, all’evoluzione dei ghiacciai del Gruppo Bernina, ecc.

Hai riscontrato anche voti contrari?

Più che voti contrari ho ravvisato alcune manifeste esitazioni e tanti pregiudizi affrontando alcuni dettagli: penso in particolare all’ubicazione del PUNTO ROSSO.

Sarebbe a dire?

In merito alla logistica ritengo, e non sono il solo, che l’ex laboratorio della Marmi e Serpentini SA rappresenti la soluzione ideale sotto tutti i punti di vista. Si tratta di una struttura di riconosciuta importanza storica/architettonica: un valore aggiunto per la nostra Valle e in piena sintonia con la filosofia del PUNTO ROSSO. Purtroppo tanti, forse troppi, continuano a guardare verso il recente passato. Ho la sensazione che la sorte toccata al CTL condizioni l’approccio e influenzi il sostegno politico. Non da escludere inoltre anche una punta di malcelato campanilismo.

Quali sono le caratteristiche di rilievo del PUNTO ROSSO?

In generale piace il fatto che il PUNTO ROSSO, oltre che capitalizzare le attuali esperienze della Ferrovia Retica, costituisca una base solida per mantenere e consolidare il numero degli interessati alla tratta Bernina. In questo senso il PUNTO ROSSO rappresenta una non trascurabile garanzia per il futuro della stessa Ferrovia Retica. Il progetto trova consensi anche per il fatto che potrebbe attirare e coinvolgere anche i turisti dell’Alta Engadina (2018: 1’580’587 pernottamenti) e quelli della vicina Italia.

In termini generali ho sintetizzato le caratteristiche del PUNTO ROSSO nel seguente modo:

Come intendi proseguire?

Per quanto mi riguarda ho fatto quel poco che, ovviamente, non basta più. In questi giorni ho quindi proposto alla Regione Bernina di nominare un gruppo di lavoro formalmente legittimato ad operare a titolo istituzionale. Si tratta primariamente di contattare ufficialmente i potenziali interessati, di approfondire la fattibilità, di predisporre un’analisi dei costi, di verificare le risorse tecniche, di confrontare i contenuti con la strategia per il turismo dei Grigioni 2014 – 2021 e, semmai, di formulare la richiesta per l’ottenimento di un sostegno finanziario.


A cura di Marco Travaglia

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