Muri a secco, castagneti e tecnologie avanzate nel futuro della Valposchiavo

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Giunge alle battute finali il progetto Interreg “Upkeep the Alps” che ha visto coinvolto, come capofila svizzero, il Polo Poschiavo. Un evento online trasmesso in streaming chiuderà il 15 luglio alle ore 10.30 un lavoro durato un anno e mezzo.

Il progetto si è sviluppato su varie direttrici che sono state approfondite da diversi momenti formativi. In primo luogo, la costruzione dei muri a secco, una vera arte che da migliaia di anni modella il paesaggio della Valposchiavo, poi la filiera del castagno, partendo dalla valorizzazione della selva castanile e dal recupero della pianta del castagno come materiale d’opera e la sentieristica, inclusa la mappatura del territorio con sistemi tecnologicamente avanzati come GPS e GIS.

I numeri del progetto sono importanti: oltre 500.000 euro investiti dai partner italiani, 100.000 franchi da quelli svizzeri e 26 corsi con 594 partecipanti.

Abbiamo raggiunto Cassiano Luminati, direttore del Polo Poschiavo, per alcune domande a conclusione di questo percorso.

Upkeep the Alps è giunto ormai alla conclusione, che tipo di bilancio si sente di tracciare?
Un bilancio certamente positivo. Credo che oltre alle cifre a parlare ci sia la grande quantità di materiale didattico che abbiamo prodotto: filmati, manuali in italiano e tedesco e un corposo ebook di oltre 500 pagine che rimarranno per il futuro. Tutto ciò andrà a rispondere a una esigenza e una carenza sentita da tempo. Sono cifre che fanno ancora più impressione considerando che questo progetto durava soltanto 18 mesi, la metà dei tradizionali tre anni sui quali si articolano normalmente i progetti Interreg.

Quali sono gli enti che sono stati coinvolti?
Dal lato svizzero il Polo Poschiavo, da quello invece italiano il capofila era Ersaf (Ente regionale per i servizi dell’agricoltura e delle foreste) Lombardia, il CAI della Lombardia e il Parco del Campo dei Fiori di Varese, l’unico tra questi con il quale non avevamo ancora lavorato in passato.

Qual è stata, in termini di partecipanti, la risposta della Valposchiavo?
La partecipazione a tutti i corsi è stata mista: svizzeri e italiani. Ovviamente, i corsi che più hanno visto la presenza di partecipanti della Valposchiavo sono stati quelli più vicini, tenutisi in valle o nella vicina Valtellina: quello sul castagno (dove addirittura erano la maggioranza) e quelli sul GPS/GIS e sui muri a secco.

Cosa “porta a casa” la Valposchiavo da questo progetto?
Dal lato svizzero, le attività di Upkeep the Alps erano del tutto integrate in 100% Valposchiavo e la cura del territorio e il castagno sono temi su cui lavoriamo da anni. Diverse persone impegnate sul campo hanno potuto acquisire competenze aggiuntive sulla selva castanile.

Quali spunti sono aperti per il futuro?
I muri a secco continuano a essere un elemento importante, anche culturale della Valposchiavo, non solo dal punto di vista agricolo ma anche per il territorio, la sua cura, le opere antivalanga e l’infrastruttura ferroviaria.
Sul castagno, coltivato nel fondovalle, si è aperto il discorso della cura della selva non solo dal punto di vista del frutto ma anche della materia legnosa e del legno. Se vorremo, in futuro, aumentare la produzione di castagne e di legno di castagno il lavoro da fare resta tanto, perché nella selva castanile restano ancora circa 3000 piante da recuperare.
Quanto al GPS e al GIS, sta per partire il progetto “Valposchiavo Smartvalle Bio – Ipermappa di comunità”, un progetto partecipativo a livello federale che include anche tutti gli enti locali. Non solo realizzeremo una mappa di comunità ma grazie all’innovativo GIS (sistema informativo geografico) potremo raccogliere una maggiore qualità e quantità di dati e mettere a disposizione e sistema altri già reperibili. Diciamo che Upkeep the Alps ha permesso di acquisire competenze base che saranno in questa sede approfondite.

Due parole, infine, sull’evento online che mercoledì 15 concluderà il progetto…
Il periodo e le normative imposte dal Coronavirus ci hanno posto delle sfide e delle limitazioni alle quali abbiamo cercato di rispondere in un modo originale. Si tratterà di una sorta di trasmissione televisiva, della durata di circa un’ora e mezza (dalle 10.30 alle 12.00) con collegamenti da varie località e una moderazione, per così dire “in studio”. Abbiamo cercato di realizzare un esperimento che fosse un po’ più agile e interessante di una tradizionale conferenza online che, probabilmente, sarebbe restata un po’ indigesta e più noiosa.

Chi fosse interessato all’evento finale potrà iscriversi usando questo link di Eventbrite.

A conclusione del progetto è stato realizzato anche un interessante video sulle attività svolte.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione

1 COMMENTO

  1. Giusto, molto importante la costruzione e la manutenzione dei muri a secco tipici dei nostri terrazzamenti. In questo senso un plauso a queste iniziative. I nostri muri a secco si sposano quasi di diritto con il progetto 100% Valposchiavo. Ma in futuro difficilmente si potranno ancora reperire i sassi tipici del posto perchè nel Comune di Poschiavo non esistono più cave e nel Comune di Brusio l’unica esistente al momento è stata chiusa. Vabbè li importeremo dalla Cina dove costano anche poco, in barba all’ecologia e alla riduzione del CO2. I muri non saranno più 100% Valposchiavo ma solamente ” fait sü in Valposchiavo”.