Da qualche anno, Il Bernina, durante le festività natalizie, propone ai lettori una speciale rubrica alla ricerca di personalità, associazioni o eventi che, nel corso dell’anno, si sono distinti in positivo. Per questi 12 mesi, vista la situazione straordinaria, abbiamo voluto premiare le donne e gli uomini che, in prima linea, stanno fronteggiando la pandemia di Covid-19. Un gesto simbolico per dire grazie a tutte quelle persone impegnate nell’emergenza sanitaria. (Marco Travaglia)

Ancilla Costa, 57 anni, da trentaquattro lavora come infermiera geriatrica.
Ancilla, come è cambiato il suo lavoro durante la pandemia?
Ho già visto molto cambiare nel tempo il lavoro. Quando ho cominciato, qui a Poschiavo, c’erano le suore che facevano davvero moltissimo. Non che non ci fosse lavoro da fare, per carità. Però poi è diventato tutto diverso e c’è stato molto lavoro in più. E quest’anno… All’improvviso è tutto più difficile. Lavorando in Casa anziani il contatto nel lavoro è importante, anche per dare conforto, ed è anche complicato da evitare. Gli anziani lo ricercano continuamente. Però cerchiamo di dare il meglio comunque, nel rispetto di regole nuove.
Come sta vivendo a livello personale e familiare questa situazione?
Personalmente mi sento abbastanza tranquilla. Certo, ci si deve attenere un po’ alle misure, si deve stare fisicamente distanti ma essere lo stesso vicini.
Mi sembra che l’unica possibilità sia quella di restare sereni, di tenere tutto un po’ più sotto controllo. Anche perché a casa, quando lavori in questo settore, hai un bisogno ancora maggiore di tranquillità.
Quali sono le sue aspettative per il futuro sia in ambito lavorativo che per quanto riguarda l’evoluzione della malattia?
Tutto dipende da quanto funzionerà il vaccino. Del Covid-19 hanno detto tutto e il contrario di tutto: ora le speranze e le aspettative globali sono focalizzate su questo. Ma, mettiamo il caso, come tutti ci auguriamo, che funzioni: il livello di immunità al virus sarà di lunga durata o di solo qualche mese? Comunque vada otterremo sempre una bella vittoria se funziona, visto che impedendo il contagio da persona a persona, eliminando il fattore di trasmissione diretta, ridurremmo in modo significativo il numero dei positivi.
A cura di Maurizio Zucchi