Un’altra Giunta senza pubblico: il Cantone impone il divieto

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I giornalisti, insieme agli addetti ai lavori, sono gli unici ammessi

Nell’ultima seduta della Giunta di Poschiavo del 4 febbraio scorso, il portavoce del PLD Fabio Zanetti (PLD), in nome della partecipazione pubblica alla vita politica, aveva chiesto all’Esecutivo di prendere in considerazione l’ipotesi che le riunioni del Legislativo, nel rispetto delle normative, possano essere riaperte al pubblico e ospitare almeno un numero limitato di persone, indicativamente 10. Secondo la normativa vigente, però, tutto questo, secondo il parere del Cantone, non è possibile.

Alla richiesta del consigliere Zanetti, la cancelleria di Poschiavo si è attivata presentando una richiesta formale ai “Servizi di comunicazione coronavirus del Cantone dei Grigioni”. Questi ultimi hanno specificato che, a questo proposito, i regolamenti relativi alla Giunta non sono cambiati: “Solo gli eventi per famiglie e amici (eventi privati) – è stato risposto – possono essere tenuti in aree esterne con un nuovo numero massimo di 15 persone”. Le sedute del parlamento non sono paragonabili alle assemblee comunali e quindi, al momento, il pubblico non può essere presente.

A seguito di questa comunicazione, quindi, la cancelleria ha dovuto ribadire, nella convocazione della Giunta del prossimo 15 marzo, che durante l’assemblea non sarà ammesso il pubblico, ad esclusione dei giornalisti accreditati che, sempre secondo i “Servizi di comunicazione coronavirus”, da noi interpellati, “garantiscono il flusso d’informazione verso il pubblico”.

Una situazione accettata con rammarico dal PLD. Uno degli esponenti del partito valposchiavino, Reto Capelli, conosciuto per la passione politica e assiduo frequentatore delle riunioni parlamentari, così si esprime: “Se l’ordinanza Covid permette di svolgere assemblee comunali con anche più di 50 persone, – afferma l’ex presidente di Giunta – perché non possiamo aggiungere a una seduta parlamentare (la nostra Giunta), svolta per lo più in una grande palestra e con solo 25 partecipanti, una decina di persone del pubblico?”.

Se si guardasse esclusivamente la logica dei numeri, il ragionamento non farebbe una grinza. Tuttavia, l’ordinanza in vigore (che sempre secondo i “Servizi di comunicazione Coronavirus” non lascia spazio a delle eccezioni) discrimina tra partecipanti attivi, cioè membri politici che votano, e partecipanti passivi, ossia semplici spettatori. Si tratta, secondo quanto riferito dai responsabili del Canton Grigioni, di una disposizione (denominata Ordinanza sui provvedimenti per combattere l’epidemia di COVID-19 nella situazione particolare) dettata dalla Confederazione. Questa interpretazione, però non trova riscontro nella norma sopracitata. All’articolo 6c (Disposizioni particolari per le assemblee di enti politici, le manifestazioni politiche e della società civile e la raccolta di firme), infatti, si legge: “Le seguenti manifestazioni non sono soggette ad alcuna limitazione del numero di persone: le assemblee degli organi legislativi federali, cantonali e comunali… “.

Sembrerebbe dunque che il Cantone abbia voluto essere più restrittivo della Confederazione nell’ambito delle sedute parlamentari, creando così una discriminazione per i cittadini dei comuni con il Parlamento (11 nei Grigioni) nei confronti di quelli che abitano in comuni con l’Assemblea Comunale (che sono circa una novantina).

Comunque sia, in fin dei conti si tratta di un’ulteriore importante limitazione, che va a sommarsi a tutte le altre. “Non capisco perché – conclude Reto Capelli – con i giusti accorgimenti e le dovute distanze non si possa permettere ai cittadini di partecipare attivamente, seppure da spettatori, alla vita politica del proprio paese”. E questo considerando anche che, durante l’assemblea comunale di Scuol, tenutasi lunedì, si sono contate circa 200 persone presenti.


Marco Travaglia

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione