“Racconti di montagna ai confini del mondo”, libro per ragazzi della scrittrice brusiese Paola Pianta Franzoso

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“Durante le vacanze estive, Francesco e le sue sorelle Sofia e Beatrice trascorrono qualche tempo coi nonni nella loro casetta fra i monti. Francesco ha sentito parlare del tesoro nascosto di un guerriero di nome Ruggero. Ma chi era costui, perché tutti lo soprannominavano Cuor di Leone? E il tesoro esiste davvero? La ricerca si intreccia con i racconti della storia del nonno, un geologo che ha girato il mondo guidando molte spedizioni. Fra incontri magici, avventure mozzafiato e paesaggi incantati, i bimbi scopriranno che le cose più preziose non hanno la consistenza dell’oro, e ciò che davvero vale viene dall’insegnamento di chi ha fatto della sua vita un dono”.
Questa è la sinossi del libro di Paola Pianta Franzoso “Racconti di montagna ai confini del mondo”, che Alberto Gobetti, Edizioni IL MOSAICO, propone alla nostra attenzione.

Il genere letterario è quello fantastico e lasciamo per una volta da parte le definizioni in inglese, in considerazione del fatto che la letteratura italiana annovera altissimi esempi, da “Pinocchio”, e retrocedendo nel tempo, al dittico di ”Orlando”.
Torniamo al titolo bipartito: “Racconti di montagna”, con uno scarto intrigante, “ai confini del mondo”.
Radici piantate nelle montagne nostre (in senso lato, vedremo) e con rami più solidi e altri più sottili. Una storia che si dirama da un rio che si divide in diversi rivoli per poi riunirsi alla fine in una cascata d’arcobaleno segnata.
Un’avventura estiva che si dipana in dieci intensi giorni.

Libro leggero: il carattere tipografico è chiaro e ampio (adatto ad essere letto dai nonni), 78 le pagine, di cui una dozzina illustrate. Libro che si legge in un amen, ma che si può anche ascoltare molto, molto piacevolmente. Sì, perché in allegato troviamo un audiolibro in “mp3”. Allegato è pero un termine riduttivo, perché la versione audio, particolarmente curata ed efficace, è dotata di vita propria, quasi autonoma. Un primo saggio, gratuito, si può avere ricorrendo all’intervista, pubblicata su Facebook il 20 febbraio scorso, nel comparto curato dalla tiranese Libreria IL MOSAICO.

Copertina del libro

Ora, però, è il momento di lasciare la parola all’autrice, quarantennne, nata a Poschiavo, cresciuta fra Campocologno e Brusio e che vive nel ticinese Malcantone. Dunque, divisa tra le montagne retiche della Valposchiavo e quelle Lepontine.

La passione per la letteratura e la cultura italiana mi ha portato a fare una scelta controcorrente rispetto ai miei compagni di liceo Academia engiadina a Samedan, che tendenzialmente sceglievano di proseguire gli studi a Zurigo, Berna, Friburgo eccetera, infatti mi sono iscritta alla facoltà di lettere moderne all’Università cattolica di Milano dove ho conseguito la laurea con una tesi in Storia del teatro.

Leggo dal suo curriculum: prof di Italiano e Storia in Liceo (Engadina) e nella Scuola media (Lugano) e come insegnante di lingua italiana per stranieri.
Non solo. Nel frattempo, quindici anni fa, ho anche iniziato a lavorare per la Fonoteca nazionale svizzera.

E l’audiolibro è anche (sottolineo per il momento anche) frutto di questa esperienza lavorativa. Ma ci torneremo…
Ho sempre coltivato il sogno di scrivere, amo leggere e comunicare, ho proprio un’urgenza di comunicare, ma forse non è solo questo, è una cosa che va oltre, che ho dentro, è il desiderio di voler trasmettere bellezza attraverso le parole, sì, perché amo scrivere e descrivere cose belle che danno speranza. Mi affascina da sempre l’abilità di tradurre le emozioni in parole, cercare quelle giuste e combinarle in vari modi per esprimere concetti sempre nuovi. Negli impegni della quotidianità la scrittura ha trovato uno spazio fisso e ormai fa parte della mia vita, anche quando non posso scrivere prendo degli appunti, come dire, mentali, e poi li sviluppo e da lì traggo ispirazione per le mie storie. La dimensione dello scrivere mi si addice perché amo creare in solitudine per poi raggiungere con le mie parole molte persone che non conosco nemmeno.

Volevo tornare all’audiolibro…
L’idea dell’audiolibro nasce da una certa dimestichezza con il settore audio (indirizzo di studi in linguaggi dei media, un’esperienza in una emittente radio e, come già citato, il lavoro alla Fonoteca). Il fatto poi che mio marito, oltre ad essere un musicista-compositore, lavori nell’ambito dell’ingegneria audio, ha facilitato il progetto (abbiamo registrato tutto nel suo studio casalingo e le musiche sono sue).

Lei ha già pubblicato due libri per bambini. C’è altro sulla sua scrivania?
Al momento sto lavorando a un racconto breve per ragazzi e a un romanzo che ho iniziato a scrivere molti anni fa. Non so se lo pubblicherò mai, scrivere per gli adulti significa esporsi in un altro modo e in questo senso trovo che sia più semplice scrivere per i bambini. Provare a guardare il mondo con i loro occhi e tradurlo per me è stata una scoperta meravigliosa che mi ha permesso di ritrovare quello stupore tipicamente infantile per le cose semplici.

La lettura ad alta voce dell’autrice

Il libro è in vendita a Tirano (€14,00/ChF15,40) ed è disponibile in una decina di piattaforme online.


Piergiorgio Evangelisti

3 COMMENTI

  1. Grazie.
    Vero: realtà discosta, geograficamente, e lontana causa pandemia. A proposito di quest’ultima, vedo non dico il bicchiere mezzo pieno (sarei irrispettoso delle sofferenze passate e presenti), ma con un ditino di vino poschiavino, sì. E mi riferisco agli incontri promossi dal Circolo dei Lettori di Torino o dalla Rivista Pandora (su Facebook ed anche su youtube) con relatori di grande levatura che non arriverebbero mai (o molto difficilmente) nelle nostre valli. Per non dire del Mosaico di Tirano e di tantissime altre istituzioni proponenti. Certo, non c’è il contatto diretto; certo le domande si possono solo porre sinteticamente e per iscritto (a pensarci non è poi un gran male).
    Aggiungo ancora le potenzialità della piattaforma Zoom. Ieri sera ho partecipato con una quindicina di persone all’incontro del mio Circolo partitico sondriese (del Partito democratico, tanto per non nascondermi). Due ore filate via, con interventi misurati, concisi, senza una scaletta prestabilita, con possibilità di interrompere e di integrare rispettosamente.

    Quanto alla mia “relazione” con Brusio e Poschiavo, ecco una mia privatissima richiesta. Prendo lo spunto da Chiesa Valmalenco, che omaggia con un diplomino (semplicemente di carta, non pergamena!) i turisti che da 40 anni frequentano la località. Visto che io frequento la Valposchiavo da oltre 40 anni, mi auguro che mi arrivi il diplomino dal Comune unico di Valle. Aspetto anche un anno. Dici che dovrò attendere di più, molto di più? Beh, l’attesa sarà il mio elisir di lunga vita. E mi riprometto di brindare con un vino delle viti di Poschiavo. Con il cambiamento climatico in corso ci si arriverà, accaldati, sudati o arrostiti dal caldo: prosit!

    • Diplomino a parte, non credo che la risoluzione dei problemi, cui accenni a fine commento, siano aggregazioni comunali o centralizzazioni dei servizi pubblici. Anzi! L’esempio più lampante lo offre ancora una volta la pandemia, laddove a soffrire maggiormente sono i grandi centri urbani. Comunque concordo sull’attesa di un qualche cosa di migliore (un’utopia?) come elisir di lunga vita.

  2. Grazie Piergiorgio per la tua instancabile attività di lettore e attento conoscitore della nostra discosta realtà, dei nostri ricercatori e dei nostri scrittori. Aggiungo che il libro di Paola Pianta Franzoso è in vendita anche presso “Jockey Textil Shop” (di Dafne Parolari e Francesco Pianta) a Zalende, accanto al supermercato “Denner”.