Da Michelangelo alla pop art, Giada Rastelli e la passione per la grafica

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Giada Rastelli, classe 1996, di Poschiavo, è la creatrice del video di lancio dell’Openair Cavaglia 2018 (https://www.ilbernina.ch/2018/06/20/lopenair-cavaglia-2018-in-un-video/). L’abbiamo intervistata per capire cosa sta dietro a un lavoro simile e, per la rubrica “La parola ai giovani”, abbiamo fatto quattro chiacchiere riguardo il suo studio.

 

Giada, ci racconti qualcosa del tuo studio? Cos’hai fatto quest’anno e di cosa ti aspetta per i prossimi anni?
Allora, dopo la maturità liceale ho frequentato un anno preparatorio, chiamato anno propedeutico, all’università d’arte di Zurigo (ZHdK). E’ stato un periodo di formazione dove si apprendono le conoscenze base di più discipline artistiche: si comincia dal disegno per poi passare alla pittura, alla fotografia, ai media digitali, al design, alla grafica, ecc.
Seguendo le lezioni, ho appreso la funzionalità di diversi programmi per il computer con cui sono stata in grado di gestire, non solo gli argomenti sopra citati, ma anche le animazioni, la creazione di contenuti per il web e quant’altro.
I miei studi quest’anno si sposteranno a Lucerna, dove inizierò un Bachelor di durata triennale. In questo Bachelor, chiamato “Digital Ideation”, approfondirò temi come: Web & Mobile Design, User Experience Design e Game Design.

Come e quando hai scoperto la passione per la grafica? Hai sempre avuto le idee in chiaro sul tuo futuro?
Ho da sempre avuto una passione speciale per il mondo artistico in generale: dai dipinti di Michelangelo, all’architettura classica, dal tratto netto a quello più sfocato del movimento impressionista. Crescendo, ho scoperto anche l’esistenza del cubismo e della pop art che mi hanno dato una visione del tutto nuova di questo mondo che già amavo da tempo. Se solo mi fermo a pensare a quale rivoluzione grandiosa diede inizio Andy Warhol e quanto di lui ancora oggi usiamo nella vita di tutti i giorni, ci rimango veramente di stucco. Quanto, in realtà, un’immagine, pura e semplice, ha il potere di cambiare la nostra visione delle cose? Di condizionare addirittura il nostro modo di vivere? Da qui nasce la mia passione per la grafica.
Di conseguenza, quindi, ho sempre avuto questa sorta di grillo parlante in testa che mi consigliava di scegliere questa strada; purtroppo, la fregatura stava nel fatto che non ne ero troppo sicura. La vita è fatta di incertezze ma avevo un’idea fissa di cui non riuscivo a liberarmi: se non ci avessi nemmeno provato, me ne sarei pentita per sempre. Ho sempre immaginato di lavorare in questo ambito, ma non ho mai saputo quale disciplina approfondire veramente essendo questo mondo pieno zeppo di scelte, l’una completamente opposta all’altra. Durante l’anno preparatorio di Zurigo, ho capito quali erano le mie capacità, i miei punti di forza, le mie debolezze, i miei interessi e ciò che invece non mi interessava più di tanto. Da qui ho avuto le idee molto più chiare e ho saputo indirizzare meglio i miei interessi.

Che requisiti richiede uno studio come il tuo? A chi consiglieresti di intraprendere questa strada?
Requisiti: Creatività, curiosità e immaginazione; adattarsi alle tecnologie in continua evoluzione; interessi per i media, la pubblicità ed il marketing.
Se dovessi dare un consiglio a qualcuno che vuole affrontare il mio stesso percorso, gli direi di stare attento e con gli occhi molto aperti perché essendo uno studio del tutto nuovo si aprono costantemente nuove strade da esplorare! Ciò che posso dire con certezza è che gli studi di Lucerna e Zurigo, in fin dei conti, sono molto simili ed entrambi molto costruttivi. L’importante, come d’altronde in ogni altro studio o lavoro, è andare avanti con perseveranza.

Vedi possibile un ritorno in valle, finiti i tuoi studi?
Sicuramente, anche in valle, si stanno aprendo nuovi orizzonti, quindi in quanto a possibilità di lavoro sono abbastanza ottimista: ci sarà un futuro anche nell’ambito dei media digitali.

Infine, quanto tempo hai impiegato per realizzare il video di Cavaglia?
Se parliamo del tempo oggettivo di cui mi sono servita per disegnare ogni singolo “frame” dell’animazione, allora all’incirca due settimane. Purtroppo, però, non finisce qua perché, prima di tutto, bisogna valutare come raccontare la storia, come poterla rappresentare al meglio su “carta”, in che ordine andranno le sequenze ed in che modo renderla più accattivante possibile per il pubblico. Quindi posso stimarti all’incirca tre settimane di lavoro in totale.


A cura di Matilde Bontognali

1 COMMENTO

  1. Mi piacciono la poesia, il teatro, la storia e la filosofia. Mi piace anche quello che fai tu.
    Ti auguro un futuro ricco di soddisfazioni artistiche, come fu per Michelangelo.

    Carpe diem con simpatia Nando Nussio