Georges Simenon, “I superstiti del Télémaque”

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Poche pagine e si è pienamente dentro il clima di una cittadina portuale normanna. È la classe immensa di Simenon. Due gemelli, una tragedia che ha coinvolto il padre e poi la madre, un morto ammazzato e un colpevole designato. Il paese non ci vuole credere. Non ci crede soprattutto il gemello meno appariscente, che trova però le energie per sbrogliare la matassa. Tra bar fumosi, pescatori di aringhe e tempeste marine.

Incipit: “A cause uguali corrispondono uguali effetti e l’arrivo di una nave in porto è sempre preceduto da un viavai metodico e immutabile.”