So veramente chi sono?

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Pubblichiamo il testo di Nora Paganini, vincitrice del concorso “Giornalisti si diventa” nella categoria 12-15 anni.

L’idea di dover scrivere un articolo mi ha sempre affascinato e, in realtà, una volta, alle scuole primarie, ci ho anche provato, ma ora davanti a questo invito a partecipare ad un concorso mi sento un po’ in difficoltà.
Già è difficile scegliere l’argomento, documentarsi e approfondire i dati ancor di più… potrei optare per un’intervista ma non saprei a chi farla ed allora mi dedicherò alla persona che meglio conosco: me stessa.

Nasco mercoledì 13 maggio 2009 a Poschiavo, primogenita, vengo accolta con grande emozione da tutta la famiglia; la mamma mi racconta che nonni, zii e cugini venivano in ospedale a trovarci ad ogni ora del giorno. Dopo pochi giorni, arrivo a casa mia e, da quanto mi raccontano, il primo impatto con questo nuovo ambiente mi ha fatto piangere tutto il pomeriggio fino a notte inoltrata.

I mesi passano, arriva il mio primo compleanno e tutto è scoperto, cammino ben salda sulle mie gambe e inizio a pronunciare le prime parole; mi raccontano che all’età di 10 mesi già salutavo tutti con un “ciao” pronunciato in modo giusto.

Poco dopo aver compiuto due anni, il 17 giugno 2011, nasce mia sorella e al primo incontro con lei in ospedale (pur essendo piccola) capisco che cambieranno tante cose ed, infatti, quando me ne vado via con i nonni ho gli occhi lucidi, ma già lì non lasciavo trasparire troppo le mie emozioni.

Quattro anni più tardi, il 7 maggio 2015, nasce un’altra sorella. Parlo al telefono con la mamma che mi comunica la nascita di una sorellina e quando le chiedo il nome, con la sincerità che contraddistingue ogni bambino, dico “ma che brutto!”. E il giorno successivo, non ricordandolo aggiungo, “è talmente brutto che non riesco a ricordarlo”.

Accudite dai nostri genitori siamo presto cresciute, litighiamo e ci riappacifichiamo velocemente, ci vogliamo veramente bene e l’essere cresciute con tanto affiatamento ci ha reso molto unite.

Quest’anno c’è stato il primo grande cambiamento nella vita: il passaggio alla scuola secondaria a Poschiavo. Alla mattina ci si sveglia presto, l’autobus parte alle ore 7:00, breve pausa pranzo di un’ora con ritorno a casa e poi di nuovo ritorno a Poschiavo.

L’estate l’ho passata nell’incertezza, sarebbe stato tutto nuovo per me, un “tuffo nel buio”. Mi sono distratta facendo la baby-sister, accudendo una bambina di cinque anni. Questo impegno mi ha responsabilizzato e mi ha permesso di conoscere una realtà diversa dal lavoro nella ditta di famiglia.

Ma col senno di poi, posso dire che non mi è andata così male: ho trovato ottimi compagni e anche dei bravi insegnanti; la scuola è impegnativa ma il cambiamento è stato indubbiamente positivo, mi sono “scontrata” con delle materie, ma ho imparato ad apprezzarne altre. Mi piacciono molto le lezioni di Economia domestica, Natura e tecnica e Informatica.

Tra qualche mese raggiungerò il traguardo dei 14 anni e dovrò presto iniziare a valutare le diverse opportunità di studio e lavoro che mi piacerebbe intraprendere. Come tutti gli adolescenti, nei miei pensieri alterno diverse possibilità, ma al momento non ho ancora le idee chiare. Ho inizialmente pensato di fare l’estetista, per poi passare alla fotografia; chi mi sta vicino mi parla anche di fare il diploma di commercio, architetto di interni o chissà che altro… Probabilmente lo studio mi porterà lontano da casa, ma il mio obbiettivo principale è di ritornare in Valposchiavo a lavorare.

La mamma dice sempre che devo seguire i miei desideri e che l’importante è studiare e raggiungere i propri obbiettivi; non sempre lo studio è al primo posto nei miei pensieri, ma capisco anche che è fondamentale avere delle solide basi su cui costruire il proprio futuro.

Per le scelte sul mio futuro devo imparare a riconoscere i miei pregi, ma anche i difetti; mi ritengo timida, collaboratrice e attenta a quello che mi circonda. Ammetto di essere permalosa e anche curiosa.

Da sempre sento dire dagli adulti che l’adolescenza è un periodo difficile in cui noi figli siamo descritti come irascibili, lunatici e insofferenti alle regole. In questa fase non mi ritrovo nella descrizione appena fatta, anzi mi ritengo più disponibile all’ascolto e tranquilla.

Spero di affrontare l’età del cambiamento senza sconvolgere gli equilibri famigliari, sono certa che ogni mia difficoltà sarà affrontata con l’aiuto dei miei genitori che da sempre mi sostengono. Voglio che un giorno la mia famiglia sia orgogliosa di quello che sarò diventata.

4 COMMENTI

  1. Complimenti Nora! È molto espressiva la tua lingua.
    Non sai ancora cosa fare da grande? È normale che sia così a 13-14 anni.
    Io auspico che la lingua continui ad essere una fedelissima compagna nel tuo percorso formativo.