Quando le cose vanno bene, e non ci sono problemi, abbiamo l’impressione di dover gustare ogni momento, senza pensare al domani. In queste circostanze, guai a parlare di routine.
Ossessione o virtù?
La routine evoca l’ambiente stressato e ripetitivo di quell’indimenticabile film di Charlie Chaplin in cui Charlot lavora in una catena di montaggio e continua, anche durante il sonno, come un automa, ad eseguire i movimenti imposti dalla fabbrica.
Ma quando sorgono dei problemi e il futuro si fa incerto, ecco che la routine diventa una virtù, una sorta di difesa contro la cattiva sorte. Un modo per affermare la nostra capacità di resistere, di opporci al disordine e al caos.
Tra certezze e manie
La routine: noiosa, insopportabile, da evitare? In certe situazioni sì, in certe no. E in ogni modo: chi ne può fare del tutto a meno? E poi, in tempi di crisi, è bene potersi appoggiare su abitudini consolidate. Per scoprire che la routine dà ritmo al nostro tempo e costituisce un quadro rassicurante, che permette di mantenere una certa stabilità.
Certo, a condizione di non rinunciare del tutto all’immaginazione. Per non lasciarsi assorbire dalla ripetitività. E per non finire schiacciati dalle manie. La routine può rivelarsi utile per incassare i colpi più duri e per riprendersi dagli imprevisti della vita.
Disciplina e resilienza
Esperti della salute affermano che una vita regolare, vissuta secondo orari costanti, coricandosi presto ed evitando notti bianche, tiene lontana la depressione, permette di mantenere uno spirito ottimista e combatte l’invecchiamento.
Gli sportivi sottolineano l’importanza della routine, della ripetizione di gesti sempre uguali in vista di una gara in cui dare il meglio di sé. L’obiettivo è quello di superarsi, il mezzo per raggiungerlo consiste nello standardizzare le situazioni comuni, banali, quotidiane. La disciplina dei gesti serve per mirare più in alto.
Sangue freddo
Chi si occupa di salvataggio sa che occorre ripetere, sempre di nuovo, i movimenti che in caso di emergenza serviranno a trarre in salvo delle persone. L’allenamento ripetitivo di determinanti gesti permette, in una reale situazione di pericolo, di fare la cosa giusta malgrado lo stress, il panico e l’emozione.
Arte e creatività
Anche nel campo dell’arte c’è della routine. Non sembrerebbe possibile, ma è così. La musica ha delle regole che non possono essere ignorate, le corde del violino vanno toccate in un certo modo. E anche la pittura e la scultura hanno dei gesti che si ripetono.
La routine può aiutarci a migliorare il nostro fare. Ma se nella nostra vita non c’è altro che routine, corriamo il pericolo di rovinare il nostro essere. E togliere lo spazio a ogni novità e cambiamento. Non per niente Gesù, con un giudizio tagliente, ha consigliato di “non mettere il vino nuovo in otri vecchi”.
La regola d’oro
Bisogna stare in guardia nei confronti dell’eccesso di routine, ma anche nei confronti dell’utopia del cambiamento permanente. Per trovare un equilibrio che permetta di vivere in modo sereno e responsabile. Come dice una celebre preghiera, formulata dal teologo protestante americano Reinhold Niebuhr: “Signore dammi la forza di cambiare le cose che posso modificare, dammi la pazienza di accettare quelle che non posso cambiare e dammi la saggezza per distinguere tra le une e le altre”.