Santo Cielo. Populismo perché

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Il vento della politica soffia a favore dei populisti. In Ungheria e nelle Filippine, in Russia e in Turchia, ma anche nella vicina Italian, i populisti sono al governo. In molti altri paesi, basti pensare alla Germania e alla Alternative für Deutschland, stanno avanzando. In autunno, gli Stati Uniti potrebbero ricadere in preda alle sirene populiste. Ma anche in Svizzera assistiamo da anni alla progressione del fenomeno populista.

Proviamo a capire

Gli argomenti di chi soffia sul fuoco degli istinti più bassi presenti nell’essere umano, fanno presa. I populisti fanno leva sui sentimenti xenofobi e indicano al pubblico dei capri espiatori sui quali scaricare la colpa di ogni male. Com’è stato possibile arrivare a questo punto? Un fenomeno tanto esteso non ha certamente un’unica causa. Le spiegazioni possibili sono almeno tre.

Erosione della politica

Il primo è la scarsa credibilità delle autorità politiche, la loro incapacità di tradurre in pratica le promesse elettorali. Di fronte alla complessità dei problemi con cui le società sono confrontate, non si dimostrano in grado di governare, quando non sono palesemente ostaggio di altri poteri che li controllano. La loro scarsa incisività provoca una caduta della fiducia nei loro confronti.

Frustrazione economica

In secondo luogo, analisi come quelle dell’economista Thomas Piketty e altri hanno dimostrato che la crescita economica va a vantaggio quasi unicamente di chi è già ricco. Per questo motivo Piketty auspica la creazione di meccanismi internazionali di regolazione da applicare nel quadro di un’economia ormai mondializzata. Quando gli elettori vedono le proprie condizioni di vita deteriorarsi mentre i salari più alti continuano a gonfiarsi, è evidente che useranno la propria scheda elettorale come un’arma per castigare i veri o presunti colpevoli della situazione.

Ricerca di senso

Il terzo motivo è connesso alla mancanza di senso. A metà del 19. esimo secolo, Alexis de Tocqueville osservava acutamente che la democrazia non si preoccupava che del benessere materiale delle persone. Il filosofo e storico francese sosteneva che ciò non fosse sufficiente e che la democrazia dovesse anche affrontare la questione del senso, ciò che egli chiamava “il gusto dell’infinito, il sentimento della grandezza e l’amore per i piaceri immateriali”.

Contro il degrado

Di fronte alla crisi politica, economica e spirituale che stiamo attraversando, non ci sono risposte semplici e di facile applicazione a portata di mano. Si possono indicare però alcune piste: il recupero dell’autorevolezza e della rettitudine in politica, una regolamentazione del sistema economica che tenga conto innanzitutto dei meno abbienti, e un’attenzione maggiore per le questioni legate al senso della vita.

Perché non vogliamo credere di essere condannati al degrado senza fine della politica.