A sud delle Alpi è una giornata torrida, cieli tersi e caldo afoso; la stazione di Chiasso, rinnovata di recente, oggi è un crocevia silenzioso tra Nord e Sud delle Alpi. Poca gente in attesa sulle banchine; si sente parlare soprattutto tedesco. Un’atmosfera rilassata e rasserenante, ma la ragione è chiarissima: è il 1 agosto. Ed io, finalmente, sono qui per raggiungere gli amici oltre Gottardo e festeggiare con loro il “Natale della Patria”.
Il programma di quest’anno prevede una tranquilla serata in riva al lago di Zugo, in attesa dei fuochi d’artificio; chiacchiere in compagnia e il piacere davvero unico di essere parte di una festa che ha tutte le caratteristiche di un incontro di famiglia, perché così è il 1 agosto, giornata dedicata alla comunità. E’ proprio questa la dimensione più affascinante della Festa Nazionale; non c’è un primo agosto uguale all’altro. Visitare la Confederazione in questa giornata così speciale è come leggere un libro di storia elvetica, in aggiornamento continuo. Accade, negli itinerari più turistici, di osservare turisti un po’ spaesati che faticano a capire perché negozi, biglietterie e altri esercizi commerciali siano chiusi, perché la sera i cieli si illuminino con i fuochi d’artificio e l’aria diffonda i suoni dei corni.
Basta lasciare i percorsi turistici per imbattersi in centinaia di feste, tutte diverse; discrezione, semplicità e specificità ne sono tratti distintivi. Qui, nel cuore della Confederazione, a due passi dal Rutli, da Schwyz, Nibvalden e Obvalden il 1 agosto è tutto ciò che in altri Paesi non potrebbe essere la Festa Nazionale: una serena giornata di riposo, dedicata al proprio Paese, quattro chiacchiere seduti al tavolo con un Bratwurst mit Senf, il discorso delle autorità cittadine e un po’ di musica. Mentre il treno percorre la tratta panoramica e sale verso il Gottardo, osservo le cascate ticinesi. Da anni non si vedeva tanta acqua; ci sono scorci che mi ricordano alcuni dipinti che ho ammirato anni fa proprio a Poschiavo, a Casa Console; penso alle nostre montagne che presto ritroverò e rifletto su quanto sia vario il panorama svizzero; montagne dappertutto certo, ma ognuna con un’anima che la rende unica, riconoscibile agli occhi più avvezzi.
Cambia invece, in maniera radicale, la luce che dà vita a vette e valli. Proprio quella luce che, lasciata la vecchia galleria del Gottardo, cambia radicalmente: impazza un temporale, che trasfigura la valle e poco più avanti il Lago dei Quattro Cantoni. Addio fuochi d’artificio, le previsioni sono impietose. Tra Rotkreuz e Lucerna però si rischia e lo spettacolo pirotecnico incanta anche le sponde del lago di Zugo. Quando rientro in albergo, ascolto l’Allocuzione della Presidente, la signora Viola Amherd, pronunciata dal castello di Stockalper a Briga e ritrovo nelle sue parole tutta l’essenza di questa giornata che oggi ha celebrato 150 anni di democrazia diretta, “un’incredibile conquista” che ha bisogno di conoscenza, impegno e passione. Forse mai come in quest’ultimo decennio l’Europa ha bisogno della Confederazione, della sua testimonianza attiva che dimostra come libertà e democrazia diretta siano intrinsecamente legati, che rammenta ai popoli d’Europa la forza della volontà e dei valori fondanti.
Come ricorda la Presidente: “Care concittadine e cari concittadini, possiamo vivere culture diverse, ma lo facciamo con rispetto reciproco. Possiamo anche parlare lingue diverse, ma non ci ignoriamo. E possiamo anche avere dibattiti intensi, talvolta molto accesi, ma coinvolgiamo tutti, nella consapevolezza di avere obiettivi comuni.”
Chiara Maria Battistoni