Stabile CTL, la Pgi vede con favore un “centro polifunzionale socio-culturale”

1
975

Nelle settimane scorse abbiamo proposto ai lettori un sondaggio inerente il futuro dello stabile che ha ospitato l’ormai ex Centro Tecnologico del Legno. Il 42% dei votanti (su un totale di 117) vedrebbe di buon grado un utilizzo privato della struttura, per esempio come sede di aziende locali. Il 52% dei votanti (il 6% ha dichiarato di non volersi esprimere in merito), invece, ha auspicato un’acquisizione pubblica della struttura, da usare, per esempio, come centro polifunzionale. Indagando sulla fattibilità o meno di questa opzione, abbiamo intervistato il Collaboratore regionale della Pgi Valposchiavo Giovanni Ruatti.

 

Buongiorno Giovanni, la maggior parte dei votanti si è espresso a favore di un centro polifunzionale. Come valuti questa opzione?
Innanzitutto, ringrazio per l’interesse che la redazione de “Il Bernina” ha rivolto nei miei confronti, vedendo in me una figura professionale interessante per la realizzazione di quest’intervista. Da parte mia, però, ho trovato la necessità di non mettere in tavola le mie opinioni strettamente personali, ma delle risposte che possano essere attinenti al pensiero storico e attuale della Pgi Valposchiavo su tale argomento.
Detto questo, il comitato della sezione valposchiavina della Pgi e io siamo felici che il risultato del sondaggio sia a favore dell’utilizzo pubblico dell’ex CTL. Quel 52% – anche se come numero percentuale non potrà essere indicatore proprio preciso delle tendenze di pensiero della comunità – dimostra che c’è il desiderio di una considerevole parte della popolazione di rendere concreta quell’annosa visione di un centro culturale per Poschiavo e per la Valposchiavo.

Ti riferisci al centro culturale al Rio?
La Pgi si è sempre schierata per la realizzazione di un centro culturale esprimendo amarezza per la sorte della votazione di fine 2009 (centro culturale al Rio), consapevole che il risultato negativo di quella circostanza era rivolto in maniera specifica al progetto del Rio e non tanto alla volontà comunitaria di avere a disposizione un centro culturale. Come indica questo sondaggio, una buona parte della popolazione è convinta ancora oggi che serva un centro di questo genere, e vede nell’ex CTL uno spazio adatto. Certamente il panorama culturale si è molto arricchito negli ultimi anni e la contingenza sembra più che mai perfetta con condizioni ottimali per scoccare la freccia. Sarebbe quindi opportuno cogliere quest’opportunità per fare – finalmente – “centro”.

In che modo?
Per raggiungere questo risultato bisogna essere accorti e non frettolosi. Occorre ragionare bene sul possibile progetto e presentare in modo appropriato e convincente i vantaggi di un centro polifunzionale alla popolazione, ai partiti e agli organi politici. Ora che l’obiettivo è vicino, cerchiamo – alludendo all’episodio di Guglielmo Tell e suo figlio – di colpire la mela posizionata sulla testa del futuro della nostra comunità, perché sbagliare questa volta potrebbe essere irreversibile.
Per la riuscita di questa impresa un tassello importante è puntare sul concetto di versatilità dello spazio, che possa essere utilizzato non solo per ambiti culturali, ma anche ricreativi e festaioli. Quindi, sarebbe propriamente giusto chiamarlo “centro polifunzionale socio-culturale”, in maniera da includere già nella terminologia il concetto di ritrovo sociale per incontri, manifestazioni e feste che riguardano gruppi, organizzazioni e associazioni della nostra valle.

Anche la Pgi, quindi, sente la necessità di un centro di aggregazione culturale?
Noi non sentiamo la necessità di un posto del genere per i nostri eventi, ma capiamo l’utilità per tutta la comunità, i vantaggi per il fermento culturale e per la condivisione di momenti più o meno importanti a favore della variegata società valligiana.
Molte delle manifestazioni Pgi è preferibile organizzarle in spazi piuttosto piccoli e la nostra filosofia è quella di suddividere geograficamente le nostre proposte sul territorio: a Poschiavo, come a Brusio, ma anche negli altri villaggi della valle, per quanto è possibile. In alcune occasioni potremmo effettivamente pensare di utilizzare un “ampio” centro culturale come luogo adatto per un certo tipo di eventi del nostro programma culturale.

Pensi che lo stabile si presti bene ad ospitare attività culturali di vario genere? 
Lo stabile si presterebbe certamente bene ad attività culturali. Si pensi alle dimensioni e al soffitto alto. Si consideri anche che si trova in centro a Poschiavo e quindi raggiungibile facilmente a piedi, con i mezzi pubblici, la stazione del treno a due passi, con parcheggi vicini per le auto (parcheggio in Via da San Pieru, parcheggio della stazione, parcheggio vicino al municipio), e con un ampio spazio esterno per il carico e lo scarico del materiale tecnico, etc. Se questi sono alcuni dei vantaggi, il punto debole – ma risolvibile – riguarda il doveroso ammodernamento che bisogna effettuare con conseguente carico sulle spese di partenza. In primo luogo, mi riferisco all’acustica che attualmente è veramente pessima, poi alla creazione di spazi idonei per gli spettacoli come per esempio i camerini e il palco, all’installazione di impianti di amplificazione e proiezione, e a un miglioramento estetico per rendere gli spazi interni accoglienti, etc. Non so quante centinaia di migliaia di franchi occorrano per quest’investimento iniziale sulla struttura, ma è indubbio che serva un rinnovamento dello stabile.
In base a quanto detto, crediamo che, se si decidesse di realizzare un centro polifunzionale, il Comune dovrebbe convocare i diversi operatori interessati all’utilizzo dello stabile per comprendere le esigenze di ciascuno e di seguito effettuare un’analisi di fattibilità che sia la base per il progetto di ristrutturazione.

Al momento, quindi, non siete stati ancora contattati dal Comune per una valutazione in merito all’acquisto dell’immobile da parte dell’amministrazione?
No, non siamo stati contattati.

Secondo te, quanti eventi valposchiavini potrebbe ospitare all’anno la struttura?
Con il mio comitato supponiamo che la struttura possa essere utilizzata in media una volta a settimana. Quindi, per circa 50 volte all’anno. E in questo non consideriamo solo eventi strettamente culturali come concerti, rappresentazioni teatrali e di danza, esposizioni, ma anche pranzi e cene con servizio catering, spazio per laboratori culturali e professionali, conferenze pubbliche di diverso genere e meeting aziendali. E perché no, anche spazio per residenze artistiche che non vadano a concorrere con l’offerta di residenze già presenti in valle.
Mi pare però chiaro che dovrebbero esserci dei cambiamenti nell’organizzazione attuale degli eventi culturali. E con questo voglio dire che tutte le proposte, che si svolgono alle palestre della Scuola di Santa Maria (che non siano sportive o rivolte esclusivamente agli scolari), dovrebbero essere traghettate forzosamente al centro culturale. Se proviamo a riflettere, ci sono 5-7 rappresentazioni teatrali all’anno alle scuole, come per esempio il teatro del Coro Italiano o dei “pusc’ciavin in bulgia”, o altre iniziative che provengono da fuori regione (Valtellina o Ticino). Queste sarebbero quindi messe in scena al centro polifunzionale…


A cura di Marco Travaglia

 

Marco Travaglia
Caporedattore e membro della Direzione

1 COMMENTO