Nessuna sorpresa dalle urne, scelto un voto pragmatico

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Commento alle votazioni dello scorso fine settimana
(di P. Pola)
Nessuna sorpresa durante lo scorso fine settimana di voto, che ha visto respingere abbastanza nettamente le due iniziative federali poste in consultazione ed accettare, a larga maggioranza, la legge sulle attività informative.

 

Come del resto prevedibile, la tornata alle urne dello scorso fine settimana non ha riservato sorprese. D’altra parte, nessuno dei tre temi in consultazione presentava requisiti tali da accattivarsi di diritto un posto nella storia. Se aggiungiamo poi una campagna pre-voto che non ha scaldato gli animi della gente, né tanto meno quelli dei partiti – al riguardo il terreno non era certo dei più fertili per svenarsi in campagne volte a catturare consensi – ne consegue una partecipazione alle urne al di sotto della media e dei risultati che non lasciano spazio a molte discussioni.

Tuttavia, anche un responso all’apparenza meno allettante di altre tornate può lasciare spazio ad interessanti indicazioni. Anzitutto il netto respingimento delle due iniziative, che, declinato ad un solo comun denominatore, significa “pragmatismo“. Il popolo ritiene che non sia il momento di buttarsi in esperimenti, lo ha chiaramente voluto dimostrare. Troppe incertezze regnano ancora attorno ad un contesto economico troppo volatile, che invita ad essere prudenti. Ciò vale anzitutto per l’iniziativa verde, la quale, al netto dei buoni propositi che nessuno discute, mirava ad obiettivi troppo ambiziosi, da realizzare in tempi relativamente brevi. Diventare i primi della classe e servire da esempio per tutto il mondo può essere lodevole, ma non ad ogni costo, quantunque, in Svizzera, già si fa molto per ridurre il consumo delle risorse. Il seme lanciato dall’iniziativa sta in qualche modo già germogliando e c’è da credere che, negli anni a venire, molto si farà nella direzione indicata, anche senza pesanti ingerenze da parte dello Stato.

Di pragmatismo si può pure parlare per quanto riguarda l’esito dell’iniziativa AVSplus. Anche se approvata da un buon 40% della popolazione e provocato un quasi “Röstigraben”, assolutamente da non sottovalutare, l’iniziativa andava ad acuire un problema, quello della pensioni, già di non facili soluzioni, con numerose sfide in tutto il sistema previdenziale. Un chiaro messaggio comunque per il cantiere tuttora aperto “riforma della previdenza per la vecchiaia 2020“, attualmente in discussione alle Camere, che deve farsi carico di molti aspetti, non da ultimo quello di garantire prestazioni a lungo termine, dissipando così le preoccupazioni di molti cittadini relativi alle rendite di vecchiaia.

D’altro tenore invece il messaggio scaturito dalla chiara accettazione della legge sulle attività informative, che così può essere letto: la Svizzera non fa eccezione e il terrorismo può colpire anche da noi. Solo alcuni lustri fa una simile legge non avrebbe avuto nessuna possibilità d’imporsi. Oggi c’è la paura che il terrorismo globalizzato possa attecchire anche in Stati meno esposti, ai quali non basta più il solo fatto di poter sventolare la bandiera della neutralità per esserne immune. Con un risultato così netto i cittadini dimostrano di rinunciare volentieri ad un po’ della sacrosanta sfera privata a scapito di più protezione. Lo si voglia o no, questo è il segno dei tempi.

In conclusione, di nuovo una vittoria facile per il Consiglio federale, la seconda di fila e questa volta quasi senza neppure giocare. Attenzione comunque alle vittorie troppo facili, possono indurre ad affrontare poco concentrati le prossime sfide.