Prima domenica di Quaresima e appuntamento con il carnevale nel basso brusiese, dove il periodo di festa si abbina alla tradizione del rito ambrosiano, molto in uso in Lombardia e anche nella vicina Valtellina che, dalle nostre parti, viene anche definito il “Carneval Vecc”. L’usanza prevede la messa al rogo del Vecchio e la Vecchia, dapprima fatti comodamente sedere su di un carro e portati in gloria fra la gente, ignari del loro cupo destino che li vede divorati dalle fiamme da lì a poco.
Nell’immaginario locale, tornando almeno alla tradizione come la si viveva fino ad alcuni decenni or sono, allorquando il carro con il vecchio e la vecchia veniva accompagnato già il mattino attraverso le contrade al suono dei campanacci, l’usanza voleva essere anche un rito propiziatorio per il risveglio della primavera, dove il suono dei campanacci “chiamava” l’erba e il rogo finale soleva “bruciare” l’inverno.
Nel corso di questi ultimi anni il carattere carnevalesco della tradizione ha vieppiù preso il sopravvento, con una partecipazione sempre più nutrita di maschere per la gioia dei molti bambini che vi prendono parte.
Il rituale che conduce al sacrificio finale dei “vecchi”, prevede il passaggio del chiassoso e variopinto corteo lungo un tragitto che porta dai “Casai” di Campascio fino ai prati nella zona sud di Zalende, dove, attorno alla pira appositamente preparata, i bambini intonano canti popolari volutamente composti per l’occasione, come la celeberrima “La vegia e al vegiun frin frun”, immancabile canzone assurta a vero e proprio emblema della manifestazione.
La tradizione vive ancora grazie all’impegno delle scuole elementari di Brusio che si occupano dell’organizzazione dell’evento assieme alla scuola dell’infanzia e al gruppo giochi “Pinguin”. Un intreccio di collaborazioni che coinvolge anche molti genitori, dediti alla preparazione dei dolci tipici del carnevale, dell’immancabile vin brulé e altre prelibatezze ancora.
Sicuramente un sollievo in un’umida e fredda serata di fine inverno, disturbata da una pioggerella fine e battente, con la neve a far capolino dai paraggi soprastanti. Unica nota negativa in una serata altrimenti allegra e spassosa, forse un ultimo sussulto dell’inverno prima di venir messo definitivamente al rogo.
Piero Pola