Culto di inizio anno scolastico, Di Passa: “Scuola è palestra di vita”

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Care alunne/i, genitori, colleghe/i, cari presenti, iniziamo in-sieme un nuovo anno scolastico come comunità. Ci troviamo a varcare la soglia di un nuovo anno: c’è chi principia la scuola nella prima classe delle primarie o nella scuola superiore, anche provenendo da Brusio, insegnanti iniziano il loro servizio e genitori che provano la sensazione di avere figlie/e a scuola. Tutti varchiamo un nuovo territorio. Vogliamo farlo confidando nella presenza del comune Signore, ricordandoci di essere misericordiosi gli uni con gli altri.

La scuola è una palestra di vita. Qui impariamo la coesione sociale, il rispetto delle diversità, la pazienza di camminare insieme a persone che non sono il nostro tipo. È un luogo di crescita importante, per insegnanti e genitori, ma in particolare per le scolare e gli scolari. Crescendo, impariamo a gestirci nel superare gli esami della vita. È capire come possiamo superare gli ostacoli e quali risorse sviluppare dalle nostre potenzialità. Qui possiamo sbagliare e capire come correggerci, in un ambiente aperto e accogliente. Non coltiviamo il vittimismo dei nostri fallimenti ma il coraggio di superare i nostri limiti. Un esame andato male non significa che non valgo nulla, ma che devo capire la strategia per migliorarmi. Il compagno in difficoltà non è qualcuno da deridere ma da affiancare.

“Misericordia” era il nome di un pugnale nel Medio Evo che serviva a sferrare il colpo finale trapassando la corazza al soldato ferito. Non è questa misericordia che ci serve. La parola di Gesù: «Siate misericordiosi, com’è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36) fa eco all’antico invito «Siate santi, perché io, il Signor, Dio vostro, sono santo» (Levitico 19,2). Alla santità, Gesù ha dato il volto della misericordia. La misericordia è il più puro riflesso di Dio in una vita umana. «Con la misericordia verso il prossimo tu assomigli a Dio» (Basilio il Grande). La misericordia è l’umanità di Dio. Nella scuola la usiamo con noi stessi e con il prossimo.

L’oro per essere purificato deve passare attraverso il fuoco, così come l’essere umano ha bisogno di superare le prove per fortificare il proprio carattere. La scuola anche ci rafforza ponendoci delle sfide per la nostra crescita.

Una figlia si lamentava con il padre per le difficoltà sperimentate nella vita. Era stanca di continuare a lottare e stava per arrendersi: infatti, si era accorta che, una volta risolto un problema, se ne presentava subito un altro. Il padre, cuoco dì professione, decise di portarla in cucina: lì riempì tre pentole di acqua e le mise sul fuoco a scaldarsi. Dopo poco tempo, l’acqua delle tre pentole iniziò a bollire. Nella prima pentola depose delle carote, nella seconda delle uova e nella terza dei chicchi di caffè. La figlia, impaziente, si domandava che cosa stesse facendo. Dopo venti minuti il padre spense II fuoco e, prese le carote, le sistemò in una ciotola; quindi depose le uova in una scodella, il caffè filtrato in una tazza. 

Poi rivolgendosi alla figlia, le chiese: «Che cosa vedi?». «Carote, uova e caffè», fu l’immediata risposta. Il padre la invitò ad avvicinarsi e le chiese di toc-care le carote, facendole osservare che erano morbide. Poi le chiese di prendere un uovo e di romperlo facendole notare che, una volta tolto il guscio, l’uovo era duro. Infine le chiese di gustare il caffè e lei sorrise, mentre ne assaporava il ricco aroma. La figlia gli domandò: «Che significa tutto questo?». Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, l’acqua bollente, però ognuno aveva reagito in forma diversa. 

La carota era stata introdotta nell’acqua forte e dura, ma il contatto con l’acqua bollente l’aveva resa debole e fragile. Quando l’uovo era stato immerso nell’acqua, era fragile e il suo guscio sottile serviva a proteggerne il liquido interno. Una volta esposto all’acqua bollente, il suo interno aveva acquisito una consistenza solida e dura. Invece i grani di caffè, a contatto con l’acqua bollente, ne avevano cambiato il colore.

«Quale di questi rispecchia il tuo modo di reagire alle sfide?», domandò il padre alla figlia. «Sei una carota, un uovo o un grano di caffè? Sei forte come la carota prima di essere immersa nell’acqua, ma quando l’avversità o il dolore bussano alla porta, diventi debole? O sei come l’uovo che inizialmente presenta un cuore fluido e adattabile ma, dopo un distacco o una perdita, diventa duro e rigido? O sei come un grano di caffè che riesce a cambiare il colore dell’acqua bollente, l’elemento che le produce dolore? È proprio quando l’acqua raggiunge il punto di ebollizione che il caffè opera la sua trasformazione. Se sei come il caffè, quando la sfida ti mette alla prova, tu reagisci al meglio e fai in modo di trarre il maggior vantaggio possibile dalla situazione.

La misericordia divina, ricevuta e condivisa, è in grado di cambiare l’elemento che ci produce sofferenza. Care alunne e alunni, non abbiate timore di affrontare le sfide per la vostra crescita, perché la scuola vi accompagna per mano ad aumentare le vostre potenzialità. In tutti noi non manchi mai l’elemento in grado di trasformare ciò che ci produce sofferenza in un vantaggio per noi e il prossimo.

Siate misericordiosi come il Padre Nostro.

Buon anno scolastico.


Pastore Antonio Di Passa