La risposta al mondo fratturato

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Image: World Economic Forum

Mi piace pensare e constatare che in alcuni periodi dell’anno la Confederazione Elvetica, agli occhi del mondo, diventi il centro del pianeta. Mi piace perché mi auguro sempre che gli altri Paesi osservino con occhi curiosi e intelligenti ciò che la Svizzera realizza e rinnova giorno dopo giorno. So anche che non è nelle corde elvetiche ergersi a insegnanti. E’ molto più apprezzato il profilo pragmatico di chi dà l’esempio lavorando con dedizione e impegno, senza troppi clamori ma con determinazione: è una lezione preziosa che in epoche rumorose come la nostra rischia di passare in sordina, ma che, proprio come un torrente di montagna, scava un segno profondo e duraturo.

Il World Economic Forum di Davos è uno degli appuntamenti che richiama da quarantotto anni in terra Grishuna il mondo intero e il tema del 2018, “Creating a shared future in a fractured world”, è da solo un richiamo, forte, a riflettere sulle potenzialità creative della collaborazione e della collegialità, due pratiche che la Confederazione conosce e pratica da secoli. Eppure quest’anno quel tema, assegnato mesi e mesi fa, ha coinciso con una situazione meteorologica davvero speciale per i tempi contemporanei; da molti inverni non si vedeva tanta neve, così abbondante da costringere anche le nostre Ferrovie a sospendere cautelativamente tratte in Engadina e nell’area di Davos.

Per ironia della sorte, il “mondo fratturato” si è materializzato tra le montagne; l’efficienza ha permesso di superare le difficoltà ma il potere evocativo della neve che ha interrotto passi alpini e strade ferrate ha richiamato con forza la fragilità del mondo in cui viviamo e la forza della collaborazione e dell’organizzazione.

Image: World Economic Forum / Valeriano Di Domenico

Nel cuore geografico e culturale dell’Europa, la Svizzera gestisce e amministra le specificità delle sue genti e del suo territorio con strumenti che sanno rinnovarsi nel tempo, senza perdere il radicamento in un federalismo costruito sulla democrazia diretta, tuttora attuale ed efficiente grazie all’elevata consapevolezza e al senso di responsabilità dei propri cittadini. Ai miei occhi oggi non c’è altro Paese in Europa che più della Svizzera dia prova di comprendere, vivere e applicare i tanti principi del cosiddetto “Mondo Digitale”, il mondo costruito sulle relazioni tra persona ed enti (nel senso di Thing, cose, oggetti). Mai come oggi, la Confederazione è depositaria di buone pratiche che farebbero un gran bene al mondo intero; negli anni Sessanta lo ricordava con convinzione Denis De Rougemont. Oggi se ne è accorto anche Parag Khanna, noto stratega geopolitico, nato in India, classe 1977, che nel suo ultimo libro, “La rinascita delle città-stato”, dedica alla Svizzera molto spazio, in un parallelismo davvero stimolante con Singapore.

Il mondo è fratturato, non c’è dubbio, ma la Confederazione rinnova ogni giorno, pur nelle difficoltà di processi così complessi, una straordinaria unità nella diversità


Chiara Maria Battistoni

1 COMMENTO

  1. Cara Chiara, il tuo sguardo”curioso e intelligente” da oltre frontiera sulla nostra realtà, insieme a sensibilità e una bella penna, ci regalano sempre piccole perle editoriali! Grazie e complimenti!