Le planimetrie “surrealiste” di Guido Pagani

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    Guido Pagani

    Nel primo pomeriggio di sabato, 22 settembre, la Galleria Pgi di Poschiavo ha riaperto i battenti per la mostra personale di pittura di Guido Pagani. L’evento è stato organizzato da Elvezio Lardi (parente dell’artista), che lo ha anche brevemente presentato al pubblico.

    Pagani, un’autentica sorpresa per la nostra realtà artistica, è originario di Brusio ma fin dall’infanzia ha vissuto lontano dalla Valposchiavo e solo in pochi lo conoscono. Da un po’ di tempo a questa parte ha soggiornato per dei periodi più o meno lunghi a Viano e a partire dall’anno scorso ha preso dimora fissa a Brusio, nella frazione di Ginetto. Nato nel 1931, da alcuni anni rimasto vedovo e con una figlia residente in Sudafrica, oggi egli sembra trovarsi bene fra le montagne e la gente della sua Valposchiavo, con cui può agevolmente dialogare in “cunculugnin”, il dialetto che ha perfettamente imparato dalla madre negli anni della gioventù, quando con la famiglia viveva nella Svizzera tedesca.

    Da come possiamo apprendere dalla breve biografia apparsa nell’invito alla mostra, la passione per l’arte e la pittura risale a molti anni fa. Da giovane si era infatti iscritto alla Scuola d’Arte di San Gallo, ma il destino poi ha voluto che egli potesse seriamente dedicarsi ad essa solo in tarda età. Dopo avere cessato l’attività professionale, in un periodo di quasi vent’anni vissuto con la moglie in Provenza (F) nei pressi del Mont Ventoux, Pagani ha sviluppato uno stile pittorico assolutamente personale, nel quale i paesaggi dipinti sono rappresentati in una prospettiva a volo d’uccello. Come da lui dichiarato in occasione del vernissage in Galleria Pgi l’ispirazione per questo genere di pittura nacque però precedentemente, durante i numerosi voli aerei con cui si spostava per motivi di lavoro.

    I quadri di Guido Pagani non hanno la pretesa di mostrarci la realtà come oggi ad esempio possono fare i droni grazie a sofisticati dispositivi, né tantomeno quella di riprodurre delle approssimative cartografie. Pur partendo dalla conformazione reale del paesaggio, essi mostrano una prospettiva circolare e non convenzionale dell’oggetto rappresentato, che rispecchia l’elaborazione interiore dell’artista.

    I dipinti rivelano uno stile ben definito, non assimilabile a quello naïv (anche se ne possiede alcuni tratti) e vicino al surrealismo. Dall’intensità produttiva e dalla disinvoltura tecnica, in Guido Pagani si possono scorgere gli elementi caratteristici di un artista maturo, che usa il mezzo pittorico per riprodurre la forma ideale che ha dentro di sé.

    La mostra si può visitare giornalmente dalle 15.00 alle 18.00 e rimarrà aperta fino a sabato 6 ottobre.


    Achille Pola