Siamo la prima generazione che verrà confrontata seriamente con le problematiche relative al riscaldamento climatico e molto probabilmente saremo anche l’ultima che potrà fare qualcosa per cambiare la situazione.
Con queste parole tento di riassumere le impressioni vissute questo fine settimana alla dimostrazione a favore del clima tenutasi a Zurigo.
Quello che migliaia di scolare e scolari hanno messo in piedi nelle ultime settimane è impressionante. Vedere quante persone di tutte le generazioni, indipendentemente dalle rigide temperature, si sono recate sulle strade in 14 delle più grandi città svizzere è incredibile. Molto probabilmente si tratta di una delle più grandi dimostrazioni avvenute in Svizzera. Gli organizzatori, un movimento giovanile decentralizzato, parlano di 65’000 partecipanti. A Zurigo il tutto si è svolto tra le vie della città sull’arco di tre ore e in un’atmosfera completamente pacifica.
La scintilla è scattata alla fine del 2018 quando la giovane attivista svedese Greta Thunberg ha chiamato gli scioperi climatici in tutto il mondo. Questo è stato seguito sui social media da un folto gruppo di giovani. Un ulteriore slancio del movimento è stato portato dall’imbarazzante dibattito in parlamento riguardo alla legge sul CO2. Gli organizzatori si sono resi conto che la politica non reagisce alla crisi climatica e non protegge il futuro della nostra generazione. I manifestanti pretendono che il riscaldamento climatico sia riconosciuto come una crisi e che i governi di tutto il mondo agiscano di conseguenza. Si chiede anche che la Svizzera non emetta più gas a effetto serra entro il 2030.
Questo dovrebbe essere un segnale forte non solo per i politici e i dirigenti aziendali, ma anche un appello a ogni singolo cittadino ad attivarsi, valutare il proprio impatto ambientale e a prendere dei provvedimenti in questo senso. La prossima dimostrazione per il futuro del nostro pianeta e già stata annunciata per il 15 marzo. Questo autunno invece si terranno le elezioni per il parlamento nazionale e si avrà quindi la possibilità di eleggere persone più sensibili alla tematica dell’ambiente.
Lorenzo Heis