L’ex «CTL» diventerà «Punto Rosso»

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Come annunciato in un nostro precedente contributo, questa mattina in Casa Torre a Poschiavo si è tenuta l’asta per l’immobile dell’ex CTL. L’ex capannone industriale in “Vial da la stazion” è stato acquistato per la somma di 1,6 mio di franchi da una cordata poschiavina composta da Luigi Badilatti, Emanuele Bontognali, Adriano e Claudio Zanolari.

Da quanto appreso dal sito online de «Il Grigione Italiano», durante l’affollatissima asta – che partiva da una quota base di 1,5 mio di franchi corrispondenti al debito contratto dal CTL con la Banca Raiffeisen – altri due imprenditori valposchiavini (Reto Capelli e Mainrado Lanfranchi) hanno fatto delle offerte, ma a prevalere è stata la cordata sopra citata.

Ora sappiamo dunque finalmente la sorte che toccherà all’ex immobile per la lavorazione del marmo costruito negli anni ’30 del secolo scorso dalla famiglia Jochum, che potrà quindi divenire il «Punto Rosso», così come già prospettato circa un anno fa da Luigi Badilatti (leggi il suo articolo e la nostra intervista).

Raggiunto telefonicamente dalla nostra redazione, Luigi Badilatti, che non nasconde una certa sorpresa per l’esito dell’incanto, dichiara: “Ora non siamo che all’inizio di un lungo percorso che porterà alla valorizzazione dell’immobile in un’area cruciale e turisticamente sensibile del borgo di Poschiavo. Il lavoro per la realizzazione del progetto, che parte dall’idea base del «Punto Rosso», deve ancora iniziare. Ciò che posso dire è che al momento siamo un gruppo di persone che intende fare qualcosa per la valle, per la cultura e per la gente”.


Achille Pola

5 COMMENTI

  1. Per chi segue la storia gli eventi politici, sociali e culturali del Comune di Poschiavo è interessante vedere come sul lungo periodo cambiano e si evolvono le esigenze e le priorità della comunità.

    Negli anni settanta l’esigenza principale era avere delle palestre che avessero anche una funzione socio culturale, negli anni ottanta l’esigenza di una biblioteca e una galleria d’arte.

    Negli anni novanta l’esigenza era di salvare l’unica sala cinematografica, che dopo varie peripezie ha dovuto gettare la spugna.

    Nacque l’idea di un centro culturale che oltre al cinema offrisse la possibilità per altre attività socio-culturali.

    All’inizio degli anni 2’000 era impellante salvare e rinnovare l’Ospedale San Sisto, mentre i giovani premevano per un nuovo campo di calcio e una nuova pista di ghiaccio.

    Intanto il progetto di un centro polifunzionale socio-culturale naufragò definitivamente nel 2009, forse anche perché si erano alzati molti i costi e perché nel 2007 il Comune aveva investito molto nella pista di ghiaccio.

    Realizzate le opere infrastrutturali di prima necessità per la comunità nasceva l’esigenza di qualche progetto innovativo che avesse anche un risvolto economico. Il questa ottica nasceva il CTL.

    Il risvolto economico non c’è stato e del Centro Tecnologico del Legno è rimasta solamente la cenere.

    Ma dalle proprie ceneri, secondo una versione del mito dell’araba fenice si può risorgere. Secondo lo storico greco Erodoto le penne dell’araba fenice sono parte color d’oro, parte color rosso vivo, proprio come il Punto Rosso.

    Ce la faranno i nostri quattro eroi a farla risorgere?

    Ce lo auguriamo vivamente.

  2. In quanto deputato Poschiavino sono molto felice dell‘esito. Mi è sceso un grosso peso dallo stomaco nel sapere che il recupero di una zona sensibile come quella in parola avrà presto un senso compiuto.

    Auguro alla nuova cordata che riesca in quello che non è riuscito a quella precedente, ossia creare una struttura dalla valenza pubblica (nel caso del CTL una scuola) che sappia dare ulteriore lustro alla valle.

    Tutto bene quel che finisce bene!