Caduff, Maissen e Parolini e il futuro della Valposchiavo

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La serata di venerdì 11 marzo presso Casa Torre, oltre alla rapida presentazione dei candidati per il Gran Consiglio dell’Alleanza di Centro, è stata incentrata sulle relazioni dei tre candidati al governo per il partito: gli attuali Consiglieri di Stato Marcus Caduff e Jon-Domenic Parolini e la sindaca di Ilanz, Carmelia Maissen, che mira a prendere il posto già occupato da Mario Cavigelli. La serata, che ha visto una nutrita partecipazione di pubblico, è stata moderata da Graziano Crameri.

Carmelia Maissen
Ad aprire le danze Carmelia Maissen. Al centro della sua relazione il tema della mobilità e dell’importanza dei comuni periferici.

La quarantacinquenne, granconsigliera dal 2018 e attualmente alla guida di Ilanz, ha rivelato di aver imparato l’italiano quando per sei mesi ha vissuto a Roma lavorando nello studio di un architetto.
Amante delle sfide, la Maissen dice che più di una volta si è trovata a dover compiere “un grande salto nell’acqua, ma so nuotare e così me la sono sempre cavata bene!”.

Ha poi lavorato come sviluppatore regionale della Viamala, realizzando progetti per rafforzare il valore aggiunto regionale in collaborazione anche con gli artigiani locali. Sì è così spesso trovata alle prese con le difficoltà delle zone periferiche: tante belle idee ma…  La massa critica? Una sfida che si declina a volte anche a Poschiavo.

Il comune della quale è al timone, Ilanz/Glion, fu creato nel 2014 in seguito alla fusione di 13 comuni sursilvani. E in una fusione, sostiene la Maissen, si tende a centralizzare tutto, perché sono possibili sinergie e una maggiore efficienza. Ma resta importante la periferia. Questa relazione centro / periferia è importante anche nei rapporti tra Coira e le varie regioni grigionesi, un ambito con il quale la Maissen vorrebbe confrontarsi se scelta per il governo. I suoi valori sono quelli del partito che è chiamata a rappresentare, come la moderazione, la tutela delle minoranze, la solidarietà e la libertà che non può essere disgiunta dalla responsabilità.

Incalzata dal moderatore Crameri sulle modalità migliori per garantire la mobilità, altro tema a lei caro, Maissen ha detto di ritenere che il Governo debba costruire le condizioni quadro per rendere possibili soluzioni di mobilità.

Marcus Caduff
Il secondo a intervenire è stato il presidente del Governo e direttore del dipartimento economia pubblica Marcus Caduff, che ha ricordato di essere passato dalla frazione per preparare la sessione di ottobre. Stava venendo a Poschiavo con Mario Cavigelli ma avevano le gomme estive e a un certo punto del tragitto aveva iniziato a nevicare. “Per fortuna – ricorda – l’Autopostale doveva mettere catene e si è fermato e così lo abbiamo preso e siamo arrivati con quello”. Un aneddoto che rappresenta molto bene le difficoltà del trasporto valposchiavine.

Caduff ha tracciato un dettagliato quadro statistico della situazione della Regione Bernina. Una regione che vede un numero ancora vivace di nascite (per esempio rispetto alla sua nativa Lumnezia), ma con un saldo naturale negativo. Nonostante un certo numero di immigrati, però, la Valposchiavo perde abitanti: è in atto un indubbio spopolamento, più forte a Poschiavo che a Brusio.

Una regione che presenta un dato demografico anonimo: la Valposchiavo è campione cantonale nel quoziente gioventù e anzianità! Questo significa che, al contempo, è una delle regioni con la maggior percentuale di popolazione sotto i vent’anni e superiore ai 64 anni. Di conseguenza manca, quindi, la popolazione in età lavorativa: vi sono al momento, in Valposchiavo, circa 3’000 posti di lavoro e 1’000 frontalieri.

Importanti in regione l’artigianato e la produzione industriale, ma anche l’agricoltura, la produzione elettrica e non ultimo il turismo.
L’economia si è rafforzata e l’occupazione è aumentata così come, similmente, è aumentato il turismo. Le sfide, secondo Caduff, sono un territorio ben strutturato, la digitalizzazione e la promozione del lavoro decentralizzato.

Nel patrimonio che ha dalla sua parte, la Valposchiavo, oltre al tessuto economico vivace, può contare sul paesaggio meraviglioso che continuerà ad agire da magnete sul turismo. A Caduff, “Il Bernina” ha chiesto se la digitalizzazione e il lavoro a distanza riguarderanno anche i dipendenti dell’amministrazione cantonale.

“Stiamo provando a renderlo possibile – dice Caduff – ma prima del Covid non era nemmeno immaginabile. Ora siamo al 40% fuori sede e al 60% in ufficio. Proveremo ad andare in questa direzione. Ma chiaramente dipende dai settori”.

Jon Domenic Parolini
Il Consigliere di Stato responsabile dell’educazione, della cultura e della protezione per l’ambiente, Jon Domenic Parolini, è stato l’ultimo a intervenire. Il primo argomento è stata la scuola professionale di Poschiavo, una piccola realtà viva in un momento in cui persino in regioni più popolose, come l’Engadina, l’istruzione professionale attraversa una grande crisi, alla quale Parolini ha espresso tutto il proprio sostegno e della quale ha ribadito l’importanza.

In generale, sulle scuole, vi è anche un problema di reclutamento degli insegnanti. Si tratta di una questione aperta un po’ ovunque nel Cantone, che è però rientrata gradualmente nella zona tedescofona. Resta, ovviamente, il problema sulle regioni romanciofone e italofone. A volte, forse, in dipendenza dalla diversità di salari (come nel caso delle scuole d’infanzia) altre, invece, per ragioni di scelte diverse da parte dei giovani. Una situazione complessa, sulla quale il Governo sta cercando delle soluzioni.

Sempre in ambito scolastico, la fondazione di una Scuola superiore di scienze applicate (Fachhochschule) a Coira dovrebbe permettere una minore fuga di giovani verso altri Cantoni per studiare e, conseguentemente, per lavorare. A livello dei media italofoni, Parolini ha citato l’esempio della Fundaziun medias rumantscha come un possibile modello da seguire anche per l’ATS: un’agenzia di informazioni con collaboratori sul territorio.

Interessante lo scambio di opinioni tra il podestà Giovanni Jochum e i candidati sul tema della digitalizzazione e della Pianificazione territoriale. In merito alla prima questione, Jochum lamentava che la “centralizzazione decentralizzata” in luoghi come Samaden permette forse di non concentrare tutto a Coira, ma toglie di fatto persone alle regioni periferiche come la Regione Bernina. Lo stesso podestà ha inoltre rimarcato la questione dei problemi offerti dalla pianificazione territoriale: la presenza di seconde case in centro e l’impossibilità di costruire in nuove aree scoraggia anche l’insediamento in valle di nuovi abitanti. Questo, a sua volta, genera un’impossibilità a combattere lo spopolamento e una ulteriore stretta nel campo della programmazione territoriale abitativa: un vero e proprio circolo vizioso.

Come sostenuto da Parolini, tuttavia, la questione dipende in minima parte dal livello cantonale (che condivide le preoccupazioni valposchiavine) e in parte maggiore da quello federale, perché il cantone si trova ad applicare i criteri impartiti da Berna.

Maurizio Zucchi
Membro della redazione