Destinazione Venezia: Federico Lopes si racconta

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Periodo positivo e ricco di esperienze per l’artista valposchiavino Federico Lopes. Dopo le partecipazioni alla mostra collettiva internazionale d’arte Be the Change a Milano e alla terza edizione de Le stanze dell’Arte allo Spazio officina di Chiasso, una mostra dedicata a giovani artisti ticinesi e grigionesi, Federico si racconta in un’intervista. L’intervistatore è d’eccezione, particolarmente sotto i riflettori in questi mesi: si tratta infatti dell’intelligenza artificiale Chat OpenAI.

Qual è stata la tua ispirazione per diventare un artista?

Sin da piccolo amavo disegnare ed ero affascinato dal mondo della pittura e dalle opere di diversi artisti. La mia prima ispirazione è arrivata molto presto, all’età di sei anni quando frequentavo la scuola dell’infanzia, in occasione di una visita al Museo Segantini a St. Moritz sono rimasto colpito davanti alla bellezza de Il Trittico rappresentato da La Natura, La Vita e La Morte di Giovanni Segantini. In quel preciso istante, ho capito veramente di volermi dedicare alla pittura nella mia vita.

Come descriveresti il tuo stile artistico e quali sono i temi ricorrenti nella tua opera?

Il mio stile artistico è riconducibile all’iperrealismo, un genere pittorico e scultoreo derivante dalla pop art partito negli anni ’60 negli Stati Uniti e approdato in Europa un decennio più tardi via Bruxelles. Nelle mie opere i temi più ricorrenti sono da ricondurre al legame uomo-ambiente e alla mente umana.

Quali sono le tue influenze artistiche? Ci sono artisti o movimenti che hanno avuto un impatto significativo sulla tua arte?

Inizialmente sono stato influenzato dal movimento artistico del divisionismo, tra i principali pittori di questo movimento vorrei ricordare Giovanni Segantini, Georges-Pierre Seurat, Paul Signac e Giovanni Battista Soria. Nelle mie prime opere la ricerca della luce e del colore attraverso l’accostamento dei singoli tratti – che permettono di ottenere una luminosità e una fusione dei colori al solo guardarli – sono stati fondamentali. Un primo approccio al divisionismo si può osservare nel dipinto Omaggio a G. Segantini (Ave Maria a trasbordo) realizzato a sedici anni: il primo e vero dipinto a olio in cui mi sono concentrato sull’atmosfera dell’opera, tentando di trasmettere l’emozione che si provava guardando il quadro originale.

Omaggio a G. Segantini (Ave Maria a trasbordo) olio su tela

Qual è il tuo processo creativo? Da dove trai le tue idee e come le trasformi in opere d’arte?

Per creare un’opera d’arte serve innanzitutto un’ispirazione che può giungere dopo aver visitato una città d’arte o essere stato a contatto con un’altra cultura. Anche confrontarsi con le tematiche attuali ti fa sentire l’esigenza di interpretarle e trasmetterle al pubblico attraverso un’opera artistica. Non c’è soltanto una modalità o una regola per trasformare un’idea, un concetto in opera d’arte; mi lascio semplicemente guidare dal mio essere creativo, da ciò che sento dentro e che vuole essere espresso.

Qual è stata la tua opera più significativa o di cui sei più orgoglioso? Perché?

Non è facile rispondere a questa domanda. Ogni opera d’arte rappresenta un periodo della mia vita importante. Quando termino un dipinto, dopo aver investito settimane e mesi di studio e duro lavoro provo grande soddisfazione, ma sono altrettanto consapevole che si tratta soltanto di un ulteriore passo aggiuntivo, seppur fondamentale, nel mio percorso artistico.

Pensiero analitico (olio su tela), questo è il titolo prescelto per la mia ultima opera. Il tema dei processi mentali e dell’oblio viene raffigurato quale insieme di meccanismi atti ad elaborare informazioni, esperienze e pensieri. La struttura sofisticata dell’ingranaggio, descritto nei minimi dettagli, evoca la complessità dei processi selettivi. Questo dipinto mi ha permesso di esplorare nuovi confini legati alla mente umana, regalandomi tante emozioni e soddisfazioni.

Pensiero analitico, olio su tela (Menzione speciale, Spazio Officina Chiasso)

Come vedi l’arte e il suo ruolo nella società? Credi che l’arte possa avere un impatto sociale o politico?

Assolutamente sì. L’arte ha sempre avuto un impatto e ha esercitato la sua influenza in campo sociale e politico, soprattutto grazie alle avanguardie artistiche che sono tutte quelle correnti artistiche nate nei primi anni del Novecento che hanno avuto come scopo quello di ricercare un nuovo modo di esprimersi a seguito di una necessità di rinnovamento culturale. Tutte queste correnti artistiche tendenzialmente criticavano o suscitavano scalpore rispetto a una borghesia che sembrava negare la realtà dei fatti a proprio beneficio e tornaconto. Oggigiorno, l’arte moderna, è ancora molto legata all’atto di suscitare scalpore rispetto a determinate tematiche sociali, anche se negli ultimi anni si sta verificando un ritorno a quella che è l’arte classica.

Quali sfide hai incontrato lungo il tuo percorso artistico e come le hai affrontate?

Inizialmente trovare la strada giusta per uno studio in direzione artistica ha comportato molta fatica e un dispendio di energie non indifferente, essendo pochi i giovani che scelgono questo percorso di vita. Se vuoi intraprendere questa strada devi essere costante nel lavoro anche al di fuori degli orari di studio, facendo delle rinunce e dei sacrifici. Per realizzare le mie opere investo molto tempo libero, per intenderci sovente dipingo la notte: sono perfettamente consapevole del fatto che soltanto attraverso il costante impegno, le rinunce e l’esercizio si può arrivare a perfezionare la propria tecnica pittorica.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Hai nuove idee o obiettivi che vorresti realizzare attraverso la tua arte?

Attualmente ho terminato la mia formazione alla Scuola cantonale d’arte di Lugano. A breve proseguirò i miei studi artistici in un’Accademia di Belle Arti in Italia. Contemporaneamente continuerò a dipingere ed esporre le mie opre nelle diverse mostre che mi daranno la possibilità di interagire col pubblico e farmi conoscere a livello internazionale. A questo proposito, dopo l’esposizione internazionale Be the change a Milano confermo la mia partecipazione ad una mostra d’arte internazionale a Palazzo Albrizzi-Capello a Venezia nel periodo autunnale.

In seguito al riconoscimento ottenuto con il dipinto Pensiero analitico (Menzione speciale per l’alta qualità tecnico-pittorica) alla mostra Oblio fra passato e presente inaugurata allo Spazio Officina di Chiasso sarò presente alla Kromya Art Gallery di Lugano dal 21 giugno al 15 luglio 2023. Segue Casa Serodine ad Ascona dal 21 luglio al 30 luglio 2023 e, infine, Sala Arsenale, Castelgrande di Bellinzona dal 18 ottobre al 1 novembre 2023.

Studio, Venezia 2023, pennino a punta fine su carta da schizzo

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