Vicosoprano, giovedì 30 maggio, ha ospitato il secondo incontro organizzato dall’RSI per celebrare i 500 anni delle Tre Leghe. I relatori, Anna Giacometti, consigliera nazionale, Guglielmo Scaramellini, storico valchiavennasco, e Simona Rauch, pastora della parrocchia evangelica, hanno sviluppato diversi temi proposti da Annalisa De Vecchi (RSI), offrendo riflessioni sulla storia, le istituzioni e la religione, in un contesto che ha permesso di collegare il passato al presente.
Celebrazione del Passato e Progettazione del Futuro
Annalisa De Vecchi ha aperto il dibattito chiedendo agli ospiti come trovare oggi tracce del Patto stipulato 500 anni fa: quale eredità ci ha lasciato? Secondo gli ultimi dati sulla religione, gli atei in Svizzera rappresentano ora la maggioranza con il 33,5%, superando cattolici e riformati. Come dobbiamo immaginare la situazione politica e religiosa di 500 anni fa? Inoltre, per il Giubileo dei 500 anni delle Tre Leghe, il Canton Grigioni ha stanziato due milioni di franchi, una somma che non si vede spesso elargita da Berna.
Anna Giacometti ha sottolineato l’importanza di celebrare il passato per vivere meglio il presente e progettare il futuro. «Festeggiare la propria storia significa festeggiare se stessi», ha dichiarato, aggiungendo che effettivamente la cifra stanziata è importante ma assolutamente positivo il fatto di disporre di mezzi finanziari anche per tali eventi.
Per Guglielmo Scaramellini, i giubilei sono essenziali, purché celebrati in modo opportuno. Infatti, «sono occasioni per rimettere in circolo informazioni che magari abbiamo appreso da piccoli e che, con il tempo, si sono diluite, fino a perdersi».
Simona Rauch ha ricordato che la Bregaglia è stata accogliente per chi, anche intellettuali e clero, scappava dall’Italia in cerca di maggiore tolleranza e libertà religiosa. Considerando che un tempo, prima dell’apertura del tunnel del San Gottardo, la Bregaglia non era periferica ma strada di collegamento rilevante, «ci troviamo ora invece in una situazione di marginalità e periferia: per la fede, possiamo dire lo stesso, non siamo più il centro ma siamo ai margini. La sfida diventa oggi non vivere da sconfinati, ma da abitanti delle zone di confine», ha affermato Simona Rauch, ricordando il profeta Elia nella spelonca.
Politici di Ieri e di Oggi
Oggi possiamo immaginare facilmente l’attività svolta dai politici nelle assemblee, ma 500 anni fa come funzionavano le cose? Guglielmo Scaramellini ha spiegato che allora i rappresentanti politici avevano più che altro una funzione di messi. Essi riferivano nelle diete i problemi riscontrati nei comuni e, successivamente, riferivano ai comuni le decisioni prese nelle assemblee, ma la decisione finale era sempre del singolo comune. I politici odierni eletti dal popolo votano in coscienza, e bisogna fidarsi del fatto che il sentire interiore del politico corrisponda a ciò che ha esteriormente manifestato, mentre allora il voto era pubblico. La storia politica dei Grigioni è caratterizzata dall’attenzione ai comuni e al rispetto delle autonomie locali, tanto da aver reso difficile la politica internazionale delle Tre Leghe: questa frammentazione del potere decisionale ostacolava la possibilità di prendere decisioni generali e univoche. Le condizioni degli accordi erano sempre articolate e assecondavano tante piccole volontà, si trattava sempre di “sì a patto che” e mai “sì o no”, complicando notevolmente i rapporti con le altre potenze.
Oggi, testimonia Anna Giacometti, il processo decisionale è molto più rapido e complesso, il sistema bicamerale rende maggiormente strutturate le leggi anche sotto forma di compromessi.
Religione e Secolarizzazione
Simona Rauch ha ricordato gli articoli dell’editto di Ilanz quasi come quelli di un manifesto umanista. I primi articoli riguardano i provvedimenti politici nei confronti degli abusi del clero: la cittadinanza ha potuto da allora eleggere direttamente la guida spirituale della propria comunità e decidere così se nominare un pastore o un prete. In particolare, la Bregaglia non è stata riformata per imposizione ma per scelta democratica della comunità.
Guglielmo Scaramellini, a proposito di secolarizzazione, ha osservato che spesso la fede viene sostituita da altre credenze. Oggi «la fede ormai è cosa interiore e difficile da manifestare», e al suo posto subentrano i più vari feticci, materiali o meno, che hanno spostato il legame dal trascendentale a qualcosa di diverso.
Tra varie analisi sul perché e come oggi le credenze ‘ufficiali’ riscontrino molti allontanamenti, Simona Rauch ha messo in luce che «non dobbiamo essere dispensatori di risposte, ma dobbiamo accogliere le domande». La Bibbia, infatti, non offre risposte definitive, ma invita a farsi ricettacoli delle domande degli uomini. Noi quindi, uomini di oggi, dobbiamo porci le domande che ci vengono dall’oggi, accoglierle, e vivendo queste domande instradarci su un sentiero di fede.