Sabina Paganini: più studenti e docenti al completo… per ora!

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Le scuole sono iniziate da poco, ma ogni anno è diverso dal precedente e perciò porta con sé qualche novità sia in tema di organico dei docenti che di numero degli alunni. Abbiamo quindi raggiunto la direttrice delle scuole di Poschiavo, Sabina Paganini, per chiederle un parere su come sia iniziato questo anno scolastico.

La direzione scolastica, da sx: Sabina Paganini, Tecla Crameri, Sabrina Cazzaniga, Catia Curti

Come è iniziato l’anno?
Direi bene! Lunedì scorso (il 16 agosto, ndr) sono iniziate le scuole e abbiamo l’organico al completo. In realtà avevamo già tutti gli insegnanti lo scorso mese di giugno. Andando a vedere, abbiamo oggi 417 alunni, il che significa un aumento di una ventina circa.

Eravate preparati a un aumento degli iscritti?
Sì, a dire il vero non è stato qualcosa di imprevisto, anche perché teniamo un po’ sempre sott’occhio le diverse annate: in particolare sapevamo che, tra le ultime, l’annata 2014 e l’annata 2016 sono più numerose della media. Poi qualche famiglia può trasferirsi e lasciare la valle e qualche altra arrivare, ma sono numeri piccoli: il grosso della variazione è data dalla differenza tra le annate.

Ci sono stati dei cambi nel corpo docenti?
Certo, complessivamente abbiamo avuto nella scuola d’infanzia un cambio di una docente che dopo questa esperienza ha deciso di andare in un’area tedescofona; alle elementari invece un pre-pensionamento e un cambio di cantone e al grado secondario I abbiamo avuto un pensionamento e un altro cambio “per ragioni di cuore”. Il primo in area di scienze/matematica e il secondo invece in ambito linguistico. Il docente di musica ha deciso di dedicarsi totalmente alla musica.

Da dove provengono i nuovi docenti?
Da tre ambiti diversi: ci sono dei frontalieri, un insegnante proveniente dal Canton Ticino e degli indigeni.

Esiste un problema di reclutamento degli insegnanti?
Più di uno a dire il vero e secondo me è in primo luogo un problema di formazione, o per meglio dire di costi/ benefici. A parità di anni di formazione (specie se consideriamo il secondario I) vi sono carriere più redditizie e a dirla tutta anche un po’ meno stressanti. Un insegnante, tranne che per tre settimane d’estate, non stacca mai.

Non sempre si trovano tutti gli insegnanti con la formazione adeguata…
Proprio così, e questo genera un possibile problema di discontinuità anche a livello didattico. Mi spiego meglio: quando si possiede la formazione riconosciuta a livello federale è ok e si ha diritto a candidarsi e presentarsi per i posti vacanti: dopo un anno in prova, in genere, arriva il contratto a tempo indeterminato. Gli altri invece (frontalieri ma anche svizzeri senza formazione specifica completa) necessitano di un’autorizzazione da parte dell’Ufficio della scuola popolare, che rilascia un permesso di un anno, poi magari di un altro e poi forse di tre… Ma si va per rinnovi successivi. Per questo poi ogni anno, a gennaio, siamo costretti a mettere nuovi posti a concorso.

Non c’è il rischio che ci siano troppi cambi di insegnanti per i ragazzi? Non si potrebbe intervenire con una formazione specifica per chi già lavora?
Il rischio c’è eccome. Per risolvere la questione, da quest’anno sarà possibile per i maestri di scuola elementare intraprendere un percorso per diventare maestri della secondaria di primo grado. Così però si rischia di mettere in concorrenza la scuola elementare e quella secondaria e non si risolve il problema. Quello a cui noi puntiamo è poter aver una formazione parallela al lavoro, che permetta di conseguire l’abilitazione a coloro che insegnano solo temporaneamente essendone privi. A riguardo, ovviamente, abbiamo delle speranze, ma i tempi sono purtroppo un po’ lunghi.


Maurizio Zucchi

Maurizio Zucchi
Collaboratore esterno