La violenza sulle donne uccide più degli incidenti stradali e del cancro

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Un piccolo ma sentito apporto a favore delle vittime anche dalla Valposchiavo 
È da un paio di anni che un gruppo di volontarie della Valposchiavo si impegna a organizzare iniziative volte alla raccolta di fondi da versare in beneficenza alla cooperativa Kore che si occupa di progetti di carattere sociale e familiare.

 

Lo fa in particolare mediante la partecipazione ai mercatini estivi e di Natale, dove vende perlopiù manufatti creati appositamente, o con raccolte mirate di beni di cui le persone assistite necessitano, per esempio vestiti per i bambini piccoli. Nel 2015 il gruppo, coordinato da Laura Micheletti Crameri, è stato sostenuto anche dall’Unione femminile di Poschiavo, che ha devoluto alla stessa cooperativa parte del ricavato della festa di beneficienza da loro organizzata.

La cooperativa Kore, con base a Vigevano, è presieduta da Nicla Spezzati, che da molti anni frequenta regolarmente la Valposchiavo, dove ha tenuto numerose conferenze, corsi, incontri sui temi legati al campo educativo e sociale, in collaborazione con le istituzioni locali.

Due volontarie al mercatino di Natale di Poschiavo

Uno dei progetti di cui si occupa la cooperativa Kore è rivolto alle donne vittime di violenza: “Donna tutto per te” offre loro la possibilità di scegliere un futuro diverso. Quello della violenza sulle donne è problema enorme, estremamente diffuso, al quale è stata consacrata una conferenza pubblica anche in biblio.ludo.teca a Poschiavo venerdì 29 gennaio 2016, tenuta da Nicla Spezzati, Chiara Beccari, vicepresidente della cooperativa, e Loredana Iannantuoni, responsabile del suo laboratorio di formazione.

Il Bernina ha posto alcune domande alle tre signore per dedicare un momento di riflessione su questo tema: una realtà che purtroppo può colpire chiunque, ovunque e in qualsiasi momento.

3 signore sul passo: da sinistra Loredana Innantuoni, Nicla Spezzati e Chiara Beccar

 

Quanto è diffusa la violenza sulle donne?
I numeri sono davvero impressionanti: l’Onu rivela che nel mondo una donna su tre ha subito e subirà ancora violenza, in Europa la violenza è la prima causa di morte tra le donne di età compresa tra i 16 e i 44 anni. Questo significa che un marito, un fidanzato, un convivente uccide più di un incidente stradale, un tumore, la depressione, o qualsiasi disgrazia vi venga in mente.

Da dove scaturisce tutta questa violenza, soprattutto fra le pareti domestiche?
Purtroppo per l’80 % la violenza si scatena in casa e questo dovrebbe far molto riflettere sulle relazioni che si instaurano tra maschile e femminile, sulla consapevolezza dei rapporti familiari, sull’educazione ricevuta e sulle patologie psichiche, psicologiche e sessuali di cui la nostra società è oggi colpita.

Perché c’è ancora tanta reticenza nel parlarne, soprattutto da parte delle vittime stesse, nel chiedere aiuto?
Quasi il 90 % delle vittime non denuncia. Non lo fa soprattutto per vergogna (“chi amo mi sta massacrando fisicamente e psicologicamente: perché? Forse è colpa mia!). Poi per paura di rivalsa sui figli, e quasi tutte le donne che ci contattano ne hanno. Inoltre, perché difficilmente queste donne vengono ascoltate dalle famiglie stesse di origine e sono condizionate dai mille pregiudizi e stereotipi che sono ancora molto presenti nel nostro tempo di cosiddetta “post-modernità”. La frase più ricorrente è: “se l’è proprio cercata, cosa ha fatto per innervosire cosi tanto quel povero uomo?” Oppure: “è stato un raptus, non era cosciente!” Ricordiamoci sempre che la violenza non è mai solo un raptus, ma piuttosto un’escalation che aumenta ogni giorno di più e soffoca, riducendo in schiavitù chi ne è vittima.

Incontro informativo organizzato dalla Cooperativa Sociale “KORE” onlus

 

Cosa avviene quando una donna si rivolge ai vostri punti di ascolto?
¨Le donne vengono ascoltate presso il Centro di Consulenza Familiare, presso la Clinica “Beato Matteo” e presso l’Ospedale cittadino e sono accolte da due volontarie formate e da una psicologa terapeuta con cui viene analizzato il caso, verificato il codice di rischio per la donna ed eventuali figli e prese le opportune decisioni per aiutarla (casa-rifugio per lei, oppure solo assistenza legale e psicologica, oppure medica, ecc.)

Cosa succede invece agli uomini che vengono denunciati?
Questo è ancora un tasto dolorosissimo! La convenzione di Istanbul ha decretato pene più severe nei confronti di chi violenta, picchia, stalkerizza e uccide, ma siamo ancora a livelli vergognosi. Un caso di questi giorni: per un tentato omicidio della compagna, cinque anni portati a tre con la condizionale, quindi due anni agli arresti domiciliari e questo succede non solo in Italia, purtroppo! Qui si deve davvero battersi perché sembra che la vita di una donna valga molto meno di quella di un uomo!

Come sono impiegati i soldi delle donazioni di cui la cooperativa è beneficiaria?
Vengono impiegati su diversi fronti: per dare sostegno gratuito medico, legale e psicologico, per attivare tutti i collegamenti con i servizi sociali, per la gestione di un telefono attivo ogni giorno da mattina a sera (e ora pensiamo anche di notte) per venire in aiuto a queste donne, per la gestione di “A casa di Maru”, uno spazio di formazione e accompagnamento che permette alle donne vittime di violenza, con i loro bambini, di trovare lavoro e una possibilità di vita migliore.

La casa di Maru, interno

 

Che progetti ha la cooperativa Kore per il prossimo futuro?
Senz’altro continueremo sul versante prevenzione nella scuola in cui siamo presenti già da tre anni sempre gratuitamente con il progetto “Penelope e le altre”, sviluppato con ragazzi dai 14 ai 17 anni. Ma ci rendiamo conto che dobbiamo iniziare a lavorare sull’educazione dei rapporti maschile/femminile, sul rispetto, sulla sessualità già dalla scuola primaria e con le famiglie! Ora si sta aprendo in stretta collaborazione con Caritas Diocesana una casa famiglia che darà accoglienza a 10 donne con bambini che escono dalla violenza o che sono anche in difficoltà estrema, ossia senza casa e senza soldi e che non sanno dove andare a dormire. Quindi, la costituzione di “borse lavoro” che nel tempo della formazione sostengano le donne economicamente. Progetto ultimo: la costituzione di una cooperativa sociale in cui le donne possano auto assumersi, lavorando e ridando dignità alla loro vita fino a qui veramente negata.
Ci piacerebbe ogni tanto venire anche a raccontarvi cosa stiamo facendo con testimonianze concrete, per rendervi partecipi di questa grande lotta pacifica ma essenziale per una cultura del rispetto e della valorizzazione delle differenze.

Una lotta, dunque, che è un’impresa enorme; ogni intervento – per quanto piccolo sia – che miri a prevenire questa piaga o che cerchi in mille modi diversi di aiutare chi ne è vittima, è di fondamentale importanza. È con questo intento che il gruppo di volontarie della Valposchiavo continuerà a fare ciò che può anche in futuro per sostenere il lavoro dell’associazione Kore.