Pentecoste: San Filippo Neri e la Sala giovani di Poschiavo

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Catechismo a Poschiavo

Siamo alla vigilia della solennità di Pentecoste, che è una delle principali celebrate dalla Chiesa cattolica, seconda solo alla Pasqua e al Natale. Ma cosa c’entrano con la Pentecoste, San Filippo Neri – lo conosciamo? – e la sala giovani nel Centro parrocchiale cattolico di Poschiavo?
Procediamo per gradi: sapete che la Sala giovani è dedicata a San Filippo Neri? No?!? Beh, il suo quadro sta sulla parete di fondo, ad accogliere bambini e ragazzi, ormai da alcuni anni. Già dal 2011, quando i ragazzi dell’annata 1995, durante l’anno in cui frequentavano la terza secondaria, si spesero con il loro lavoro volontario per risistemare gli spazi che anni prima aveva già curato e gestito il Gruppo Amici Miei (Gam). E avevano conosciuto San Filippo Neri a scuola, grazie al film “Preferisco il Paradiso”, con protagonista Gigi Proietti.
Pochi giorni fa, martedì 26 maggio, la Chiesa cattolica ha celebrato la memoria liturgica di San Filippo Neri, che è il primo ideatore dell’oratorio come luogo di aggregazione per i giovani. Prima ancora che San Giovanni Bosco intuisse la potenzialità di quegli spazi che, in molti paesi, sono, accanto alla chiesa, la seconda anima della vita delle parrocchie. Da noi questo ancora non accade, ma San Filippo Neri è lì ad accoglierci a braccia aperte.

Sul grande Santo, che a Roma è considerato il terzo apostolo della città – venerato come compatrono assieme ai Santi Pietro e Paolo -, ci sarebbe molto da dire. Limitiamoci a capire cosa c’entri San Filippo Neri con la vigilia di Pentecoste. Ci facciamo aiutare da un testo aneddotico sulla vita del Santo.
«La sera della vigilia [di Pentecoste], Filippo, com’era sua consuetudine, era sceso nei sotterranei delle catacombe di San Sebastiano per pregare su quegli avelli imporporati del sangue glorioso dei primi martiri. Egli vi godeva misteriose bellezze sconosciute agli occhi profani del mondo. Nei loro cunicoli, in mezzo all’oscurità profonda, in quel silenzio arcano, egli si sentiva ardere d’amor di Dio e meditava il mirabile prodigio della Pentecoste. Ad un tratto il suo cuore fu invaso di grande gioia ed una luce vivissima illuminò la sua persona. Il santo alzò lo sguardo e vide scendere dall’alto un globo di fuoco che posatosi sulla sua bocca, gli penetrava poi nel petto, producendo in lui effetti mirabili. Il suo cuore, in contatto con quella vivissima fiamma, si dilatò improvvisamente. Non potendo più il petto contenerlo, per la violenza, s’inarcarono due costole che si sollevarono fino a spezzarsi. Ebbe come un forte tremore, un sussulto per tutte le membra e, fuori di sé dalla gioia, strinse fortemente le mani sopra il cuore che sentiva bruciare e battere con veemenza. Un vivo palpito d’amore divampava in quel momento dentro di lui, inondando il suo animo di tanta soavità che, delirante dalla gioia, esclamò: “Basta, o Signore, non più, non più!”. Lo Spirito Santo era sceso nel cuore di Filippo, dilatandolo miracolosamente, sicché si era ripetuta su di lui la stessa scena degli apostoli. Era l’epilogo d’un poema divino! Il bacio ardente del Paracleto con la grande anima di Filippo, come suggello della sua santità».
Ecco, ora forse è più chiaro il collegamento tra la Pentecoste e la Sala giovani della nostra Parrocchia di San Vittore Mauro: il trait d’union è San Filippo Neri. Che ha ricevuto sensibilmente lo Spirito Santo.
Chiediamo, in questa solennità, che scenda anche su di noi, che scenda sui nostri bambini e ragazzi, sulla nostra Comunità e sul mondo intero provato dal coronavirus.