Nuovo biglietto da visita per Brusio: benvenuti nella storia del tabacco

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Riscoprire la storia della coltivazione e lavorazione del tabacco facendone una vera e propria cartolina capace di catturare l’attenzione dei turisti ma anche di scolaresche, ricercatori ed esperti.

L’obiettivo proposto poco meno di un anno fa dalla neonata associazione “Museo del Tabacco di Brusio” fa un grosso balzo avanti verso la sua realizzazione: la popolazione ha infatti detto sì – con voto assembleare unanime – alla richiesta di un contributo economico di 69.500 CHF avanzata nell’ottobre scorso dal sodalizio al Comune di Brusio per poter coprire parte dei costi del progetto.

Lo scopo principale è la creazione di una struttura museale in grado di mettere al sicuro le testimonianze storiche di questa attività ancora esistenti sul territorio e divulgarne il pregio ed i contenuti a fini turistici, didattici e culturali.

L’investimento complessivo stimato è di 555.500 franchi con partecipazione, ad oggi, da parte del servizio monumenti del Cantone di 69.500 franchi, importo preso come riferimento dai richiedenti ed accordato dall’amministrazione comunale che prima di procedere ha voluto chiedere il parere dei cittadini.

I dettagli dell’operazione nel suo complesso erano stati illustrati a giugno del 2022 in seno alla prima assemblea generale aperta a tutta la cittadinanza; all’atto della sua costituzione ufficiale – con nomina a Presidente di Donato Fanconi – la nuova realtà associativa aveva giá esposto con chiarezza i passi da fare per la trasformazione e la gestione di una porzione dell’antica Casa Misani in museo.

Lo stabile, come risaputo, ospita ancora oggi l’azienda di famiglia – attualmente vini e distillati – condotta da Pietro Misani, cassiere dell’associazione stessa e protagonista attivo nel progetto al quale ha deciso di destinare anche un sostanzioso investimento economico.
La ex fabbrica dei tabacchi, come riassunto dai promotori del progetto nella richiesta di sostegno economico avanzata al Comune, potrebbe essere valorizzata con percorsi didattici e divulgativi rivolti ad un pubblico eterogeneo, dai turisti ai gruppi scolastici di ogni ordine e grado.
Sullo sfondo i macchinari, i documenti, il materiale fotografico e le narrazioni del tempo, elementi grazie ai quali é possibile ripercorrere tutte le fasi della coltivazione e della lavorazione di questa pianta in valle.

Nel dicembre scorso i referenti dell’iniziativa hanno illustrato il piano, in tutti i suoi risvolti, al consiglio comunale che lo ha valutato positivamente riconoscendone il valore a favore del paese; una dichiarazione di interesse ed anche un invito al sostegno concreto, ma senza una decisione definitiva che il consiglio stesso ha preferito affidare alla valutazione dell’assemblea straordinaria convocata ad inizio aprile.

A convincere il Comune della fattibilità del progetto, anche il decreto governativo che ha concretamente dato il proprio sostegno all’iniziativa con lo stanziamento, appunto, di 69,500 franchi: “Abbiamo valutato attentamente le carte ed in particolare gli aspetti economici – ha spiegato il presidente Arturo Plozza – e visto il grande impegno e l’esborso richiesto all’ente pubblico abbiamo anche stabilito condizioni precise a cui i beneficiari dovranno attenersi. Certamente é una opportunità molto interessante ed altrettanto onerosa – ha sottolineato – una bella sfida supportata sì da alcune garanzie finanziarie ma non tutte quelle necessarie”.
In sostanza: via libera all’erogazione del contributo richiesto ma a patto che prima di partire ci sia la completa copertura delle spese.

Ad oggi si dispone di circa 200 mila franchi – queste le rassicurazioni giunte dai promotori – quindi poco meno della metà del totale, ma vivaci e promettenti trattative sono in corso con altri soggetti sia pubblici che privati dai quali ci si attende risposte positive.
Il clima è costruttivo al punto che l’associazione ha giá messo in calendario l’inaugurazione, seppur non fissando giorno e mese, certamente nella seconda metà del 2024.

Le risorse saranno destinate – oltre all’acquisto della porzione interessata dal progetto – al restauro complessivo e alla revisione dei macchinari ma anche agli approfondimenti della ricerca storica giá avviata, agli allestimenti museali, alla promozione e alla didattica, per citare solo le voci principali.

Se tutte le azioni previste andranno in porto, lo stabile di metà Ottocento – testimonianza ben conservata dell’industria manifatturiera non a caso inserito nell’elenco degli edifici degni di protezione – tornerá ad animarsi di visitatori, come accadeva quando il borgo brulicava di uomini d’affari del settore del tabacco.

Anche ai giorni nostri, come allora, nonostante i cambiamenti, ciò è espressione della capacitá di innovazione degli abitanti di Brusio, che nel tempo hanno sempre dato prova di grande capacità imprenditoriale; un tratto ben presente – benché sotto forme diverse – anche nel dinamismo di oggi: “Nelle intenzioni, ciò che é stato proposto rappresenta una riqualifica del nostro complesso artigianale – ha fatto notare Plozza – che é anche simbolo della identità del paese; la volontà é insomma quella di preservare una testimonianza unica nel suo genere nei Grigioni, perché possa far riflettere sulla nostra storia ma anche sulla nostra necessità di rinnovamento nel rispetto delle tradizioni”.