Depuratore, Brusio sceglie la via dell’Italia: ecco i dettagli

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Una risposta ed una decisione assolutamente chiare: i cittadini di Brusio, chiamati ad esprimersi sul futuro smaltimento delle acque reflue, hanno confermato la scelta del Comune, ovvero il progetto che prevede di farle confluire in Italia, a Tirano, per il successivo smaltimento presso il depuratore di San Giacomo di Teglio.

La definizione è giunta con la votazione popolare comunale dello scorso 18 giugno, quando l’80% dei pareri espressi è andato a favore della convenzione con l’Ufficio d’Ambito della Provincia di Sondrio che – attraverso Secam, Società per l’Ecologia e l’Ambiente – gestirà il recepimento ed il trattamento del refluo proveniente dal confinante territorio svizzero.

371, come noto, gli abitanti di Brusio che si sono recati alle urne, ovvero quasi la metà degli aventi diritto, precisamente il 46,14 per cento: 364 schede computabili di cui 293 favorevoli e 71 contrari.

La convenzione internazionale messa a punto per il collegamento e la depurazione prevede un costo complessivo che sfiora i 3 milioni di franchi; più nel dettaglio: 2 milioni e 100 mila franchi di investimento netto ed altri 800 mila di fondo investimento IDA (Impianto Depurazione Acque). Un progetto che dà risposta al bisogno, ormai improrogabile, di trovare un’alternativa all’attuale impianto, tuttora in funzione ma non più adeguato.

Come noto, tre erano le varianti proposte: la migrazione in Valtellina; il rifacimento del sito esistente; la costruzione di una nuova struttura.
“Benché non tutti abbiano partecipato alla consultazione – è il commento del sindaco, Arturo Plozza – chi si é espresso lo ha fatto dando sostanzialmente fiducia all’amministrazione comunale: questo è per noi essenziale, significa che il lungo lavoro di studio della situazione e di valutazione delle possibili risposte a questa necessità primaria è stato compreso e condiviso”.

A questo punto il prossimo passo, già fissato per i primissimi giorni di luglio a Sondrio, è l’incontro formale fra le parti per la sottoscrizione ufficiale della convenzione stessa, in pratica già pronta e già in visione ai residenti nelle scorse settimane proprio in vista del voto. A breve, insomma, verrà firmato il documento che stabilisce nei minimi dettagli e con tutte le dovute garanzie “chi fa cosa” e quali sono le condizioni anche per gli anni a venire.

“L’avanzamento in agenda per il mese prossimo – fa notare Plozza – rappresenta il vero punto di partenza che ci permette di approdare alla fase esecutiva mediante tutti i passaggi tecnici necessari. Perché tutto sia a posto e le nostre acque vadano a San Giacomo di Teglio ci vorranno tre anni – ricorda – ma la strada imboccata ci permette di procedere sereni verso la definitiva ed efficace soluzione del problema”.

La decisione presa sulla scorta di quanto manifestato dalla cittadinanza é stata intanto comunicata anche al Cantone che fin da subito ha appoggiato il progetto e che ora dovrà rilasciare il nulla osta definitivo, sostitutivo di quello precedentemente concesso in via provvisoria insieme alle condizioni poste fin da subito per l’attuazione delle azioni previste.

Rassicurazioni arrivano nel frattempo anche dal direttore dell’Ufficio d’Ambito della Provincia di Sondrio, l’ingegnere Paolo Andrea Lombardi, soprattutto rispetto alle garanzie offerte anche sul fronte dell’operatività affidata a Secam, la Società per l’Ecologia e l’Ambiente che gestisce la materia nei territori di Valtellina e Valchiavenna. “Ufficio d’Ambito e Secam hanno ruoli diversi e ben definiti – tiene a specificare – noi siamo una autorità locale, una azienda vera e propria creata dal Consiglio Provinciale di Sondrio, con funzione di regolazione del servizio idrico integrato, del quale abbiamo affidato appunto a Secam le gestione: noi definiamo le tariffe e parimenti proponiamo gli investimenti”.

I contatti con la Valposchiavo sono proseguiti in modo costante e costruttivo per oltre un anno: “Di fronte alla richiesta giunta dagli amministratori di Brusio – spiega ancora il direttore – abbiamo fatto le analisi preliminari valutando la fattibilità e cercando di delineare i termini del possibile accoglimento della richiesta ricevuta; certamente una questione complessa alla quale abbiamo lavorato con un ottimo partner che ha accettato le condizioni da noi poste permettendoci di attivare un sistema vincente per entrambi: il Comune valposchiavino risolve il suo problema e noi acquisiamo un nuovo grande utente che – con orizzonte trentennale – si fa compartecipe dei costi di gestione, in particolare proprio quelli del depuratore tellino”.

Nessun dubbio, infine, rispetto ai timori sollevati in qualche occasione da chi temeva che non ci fossero sufficienti assicurazioni sul fronte italiano: per tutto ciò che è stato stipulato fra i due soggetti firmatari, l’Ufficio d’Ambito ha siglato un’apposita e specifica convenzione con Secam. “Un accordo separato – dichiara Lombardi – che però ricalca sostanzialmente le condizioni stabilite dalla convenzione internazionale e obbliga Secam a rispettare quanto previsto. Ad esempio: abbiamo concordato che Brusio si impegni a realizzare il nuovo collettore fognario che partirà dall’attuale IDA per arrivare fino alla frontiera, mentre a noi spetta che la Società per l’Ecologia e l’Ambiente realizzi quello dal confine fino a Tirano, tratto senza il quale il progetto non starebbe in piedi; ebbene, siccome ci assumiamo questo impegno, dal canto nostro abbiamo dato formalità al raggiungimento di questo obiettivo con la stessa Secam”. Una formula a prova di inadempienza, che vale anche per manutenzioni, ripristini, e adeguamenti che dovessero imporsi strada facendo.

La tabella di marcia è definita: il partner sondriese avrà 36 mesi di tempo per costruire il collettore dal confine fino a Tirano, mentre su quello elvetico non sono state messe scadenze, ma sarà sicuramente pronto negli stessi tempi – se non prima – per ovvie ragioni di necessità; inoltre, a fronte del fatto che il depuratore di Teglio era già al limite della capienza, è stato inserito nella convenzione il necessario adeguamento con termine massimo di quattro anni e mezzo da qui a ultimazione lavori.