Santo Cielo. Elogio dell’indifferenza

0
496

Nella nostra società l’indifferenza non è considerata una virtù. Anzi, è guardata con sospetto. L’indifferenza è considerata il contrario dell’amore, un atteggiamento che porta a ignorare gli altri, e dunque un vizio da condannare.

Indifferenza è libertà

Ma proviamo a considerare le cose da un punto di vista diverso. Dopotutto, si può essere indifferenti anche nei confronti della paura, o della sofferenza. Si può essere indifferenti agli onori, al denaro, al successo. C’è chi, al termine della propria esistenza, è indifferente alla vita come alla morte. E si può essere indifferenti anche a sé stessi. L’indifferenza, intesa come capacità di distacco, può essere espressione di una grande libertà. Il gesuita spagnolo Luis de Molina, vissuto alla fine del 16. secolo, considerava l’indifferenza una forma di indipendenza dello spirito.

Indifferenza è responsabilità

Per dire la propria indifferenza, un inglese direbbe di essere “unconcerned”, cioè non interessato, disinteressato. E vi sembra poco, in un mondo pieno di furbi, di arrivisti, di prepotenti, dove ognuno cerca di fare il proprio interesse, che qualcuno viva e agisca in modo disinteressato, senza pensare solo al proprio tornaconto? L’indifferenza intesa come disinteresse, può essere allora un modo di vivere che non ruota intorno al denaro, all’orgoglio, all’amor proprio. In questo senso, l’indifferenza è un antidoto alla smania di possesso e all’egoismo.

Indifferenza è guardare avanti

L’indifferente non si preoccupa di sé stesso. Si preoccupa solo di ciò che fa. E di come lo fa. Essere indifferenti a sé stessi significa tra l’altro non fare dipendere tutto dal risultato. Come diceva il principe protestante olandese Guglielmo d’Orange: “Non è necessaria la speranza per mettersi al lavoro e non occorre il successo per perseverare in ciò che si fa”. Tra l’altro, si può notare che c’è in questo pensiero una consonanza con quanto dice l’antico testo religioso indiano della Bhagavad Gita: “Ciò che ti riguarda è l’azione, non i suoi frutti. Bada che i frutti del tuo agire non divengano la motivazione del tuo fare”.

Indifferenza è speranza

L’indifferenza non è frutto della disperazione. E non è contraria alla gioia di vivere e al buonumore. Può essere invece un modo per vivere “come se niente fosse”. Sapendo che molte cose sono insondabili, che molte domande rimangono senza risposta, che il senso del mondo, della vita, degli esseri umani, di noi stessi, quasi sempre ci sfugge, che oggi o domani tutto potrebbe finire. Ma come diceva il riformatore Martin Lutero, se anche il mondo dovesse finire domani, oggi non rinuncio a piantare un alberello di mele, “come se niente fosse”.