Il servizio andato in onda il 9 aprile 2025 su Il Quotidiano della Radiotelevisione svizzera (RSI), visibile a partire dal minuto 32:19, offre uno sguardo approfondito su una delle realtà culturali più affascinanti e in crescita della Valposchiavo: le residenze artistiche. In un contesto alpino che da sempre ispira creativi e intellettuali, Poschiavo si conferma oggi un punto di riferimento nel panorama del turismo culturale, grazie al lavoro di tre donne attivamente impegnate nella promozione dell’arte e della cultura: la musicista Cornelia Müller, la danzatrice Paola Gianoli e la scrittrice Begoña Feijoo Fariña.

Il servizio mette in luce come queste tre protagoniste abbiano saputo trasformare la valle in un luogo accogliente per artisti di ogni disciplina — dalla musica alla letteratura, dalla danza alla traduzione — offrendo loro spazi di residenza dove poter lavorare in tranquillità, a stretto contatto con la natura e con la comunità locale. Un esempio emblematico è il musicista svizzero Thomas Rohrer, che dopo aver partecipato a tre residenze artistiche si è trasferito stabilmente a Poschiavo, trovando in questo luogo l’ambiente ideale per sviluppare le sue esplorazioni sonore.
L’iniziativa affonda le radici nel celebre festival Uncool, nato con l’obiettivo di portare il jazz contemporaneo in un contesto alpino e oggi evoluto in un programma di residenze con un’agenda già piena fino al 2032. Un segnale evidente della crescente attrattiva che Poschiavo esercita sulla scena culturale internazionale. Come sottolinea il servizio, l’idea alla base del progetto è semplice ma rivoluzionaria: “Non dobbiamo andare in giro per il mondo, perché il mondo arriva qui”. Ed è proprio così che il territorio, spesso percepito come periferico rispetto ai grandi centri culturali, diventa protagonista e motore di innovazione.
Le residenze non si limitano però alla musica. Altri progetti, come il festival Lettere dalla Svizzera alla Valposchiavo, aprono le porte anche a chi scrive, traduce o illustra letteratura. Questi soggiorni sono pensati per essere inclusivi, permettendo agli artisti di venire accompagnati dalle proprie famiglie. Un aspetto che arricchisce ulteriormente l’esperienza, creando un tessuto relazionale profondo tra gli ospiti e la comunità.
Il servizio RSI evidenzia infine come questo modello sia parte di un più ampio fenomeno che coinvolge molte località alpine, storicamente frequentate da artisti e intellettuali in cerca di quiete e ispirazione. È il caso, ad esempio, di Giovanni Segantini, che proprio tra queste montagne trovò l’ambiente ideale per la sua arte.