“Grazie a questo lavoro posso dare libero sfogo al mio lato creativo”

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La parola ai giovani • Anja Crameri, di Poschiavo, ha 19 anni e sta svolgendo la formazione quale creatrice di abbigliamento. Una passione che la accompagna sin da quando, da bambina, si divertiva a creare con stoffa, spille da balia e colla gli abiti alle sue bambole. Con il passare degli anni si è accorta però che questo era più di un semplice passatempo e che poteva diventare la sua professione. Dopo aver svolto uno stage nel Canton Ticino, ha deciso di intraprendere la formazione come creatrice d’abbigliamento a Zurigo. Attualmente si trova al terzo anno e all’inizio della prossima estate conseguirà il diploma.

Anja Crameri

La professione che hai scelto è sicuramente poco comune, come hai scoperto che questa era la strada adatta a te?
Penso che il tutto sia nato quando ero bambina. Mi ricordo che passavo ore a “cucire” abiti con stoffa, spille da balia e colla. Poi, durante la scuola dell’obbligo ho consultato un orientatore professionale. Dai test fatti è emerso che la strada giusta per me era una professione nella quale la creatività giocasse un ruolo importante. L’orientatore mi ha chiesto quali fossero le mie passioni più grandi e io ho risposto che probabilmente era quella di ideare e cucire vestiti. Per capire se ciò mi appassionasse veramente, ho svolto uno stage quale creatrice di abbigliamento in Ticino. Grazie a questa esperienza ho potuto capire che questa era la professione adatta per me.

Lo stage lo hai svolto in Ticino, però hai scelto di continuare la tua formazione a Zurigo. Come mai?
Subito dopo la scuola dell’obbligo, ho frequentato un decimo anno a Ilanz per imparare il tedesco. Sia per me che per i miei genitori, era importante che continuassi gli studi in questa lingua e perciò ho optato per la Svizzera tedesca. Gli esami d’ammissione alla scuola che frequento ora erano piuttosto difficili, soprattutto a causa della lingua. Probabilmente senza l’anno di tedesco concluso in precedenza, difficilmente sarei riuscita a superarli.

Hai trovato quasi da subito la tua strada professionale. A scelte fatte, non hai mai avuto dei dubbi?
I primi mesi sono stati un po’ incerti. Più volte mi sono chiesta se questa fosse la professione adatta a me. Apprendere le basi di questo lavoro è stato piuttosto noioso, perché per mesi dovevamo limitarci a eseguire più e più volte, ad esempio, delle semplici cuciture. Andando avanti mi sono però accorta di quanto fossero importanti queste basi per poter svolgere lavori più complessi. Con il tempo il lavoro è diventato sempre più interessante e più prosegue la mia formazione, più sento che la scelta fatta è quella giusta per me.

Ma concretamente, cos’è che più ti piace della tua formazione?
Ciò che più mi affascina e mi lascia sempre a bocca aperta è assistere al processo che porta da un’idea a un risultato concreto. Per creare un capo d’abbigliamento si parte dall’idea, che può nascere da mille ispirazioni. Dopo di che bisogna fissarla su carta. Partendo da semplici schizzi si continua a elaborare il disegno fino a quando si è contenti del risultato ottenuto. Dopo di che si passa alla parte più pratica. Bisogna scegliere la stoffa adatta, tagliarla, cucirla, rifinire il tutto per poi avere un vestito vero e proprio.
Un altro lato che adoro è la creatività. Nella moda ci sono mille possibilità e quasi tutto è lecito. Grazie a questo lavoro posso dare sfogo al mio lato creativo e ciò è molto gratificante.

Un lato che invece ti pesa un po’ di più?
La cosa che più mi da fastidio è la lontananza da casa. A volte vorrei poter tornare più spesso in valle. Sebbene Zurigo sia una città fantastica e mi trovi bene, vorrei poter stare più tempo a Poschiavo, o perlomeno sarebbe bello se il viaggio fosse più breve. Tuttavia mi rendo conto che, se voglio diventare una creatrice d’abbigliamento, vivere lontano da casa è un compromesso che devo accettare.

Il futuro invece cosa pensi abbia in serbo?
Sinceramente non lo so ancora. Nel campo della moda ci sono mille possibilità e ci sono altre formazioni in questo ambito che potrebbero interessarmi. Momentaneamente per me l’obiettivo principale è quello di diplomarmi. Più avanti deciderò cosa fare!


La parola ai giovani • Che cosa farò da grande? La ballerina, la restauratrice, l’informatico, il macchinista, l’infermiera, il falegname o il prete missionario. Mille possibilità e altrettanti dubbi su un futuro tutto da disegnare. I giovani collaboratori de IL BERNINA vi fanno entrare, attraverso una serie di interviste pubblicate a scadenze regolari, nel mondo della scelta professionale, invitandovi a partecipare a un dialogo tra coetanei.


Foto: Selena Raselli


Alice Isepponi