Göri Klainguti, un autore romancio capace di stupire

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    È stato un incontro all’insegna della creatività e della cordialità quello avvenuto venerdì scorso, 2 febbraio, nell’aula della Comunità evangelica di Poschiavo, con lo scrittore pontresinese Göri Klainguti e con il traduttore di alcune sue opere in italiano, Walter Rosselli. L’incontro, promosso dalla Pgi Valposchiavo con il patrocinio di “Pro Elvetia” e “Promozione della cultura del Comune di Poschiavo”, ha destato grande interesse e allegria fra l’esiguo pubblico intervenuto.

    Tuttavia, per una volta in più, è un autore che vive proprio dietro l’angolo di casa nostra a stupirci maggiormente: per la qualità delle sue opere e per il suo straripante ingegno artistico. Come sottolineato dall’operatore culturale della Pgi Valposchiavo, Giovanni Ruatti, quest’incontro fa parte di una serie di eventi che intendono sensibilizzare la popolazione del Grigioni italiano – di norma piuttosto catalizzata dalla cultura e dalla letteratura proveniente da sud – verso il ristretto ma non meno vivace panorama letterario romancio e quello di altre minoranze linguistiche dei Grigioni. Tale iniziativa, che si inserisce nel contesto del centenario dalla nascita della Pro Grigioni Italiano (1918-2018), prevede anche un altro incontro – promosso dalla Pgi Moesano – con l’autore sursilvano Leo Tuor e una serata dedicata alle minoranze linguistiche (italiana, romancia e Walser) che si terrà durante il prossimo “Open Air Cavaglia”. Dell’opera di Göri Klainguti si occuperà, inoltre, la rivista culturale “Quaderni grigionitaliani” nel secondo numero che uscirà quest’anno, in cui, fra l’altro, è prevista la pubblicazione di un suo inedito.

    Göri (ma si pronuncia Giöri) è nato e cresciuto a Pontresina, ha frequentato le scuole superiori a Schiers ed in seguito ha conseguito il diploma d’insegnante di scuola secondaria presso l’Università di Zurigo. Suggestionato dai fantasiosi racconti del nonno, egli afferma di essersi messo a scrivere in romancio puter già in giovane età. La sua prima raccolta di poesie risale a quando aveva vent’anni, anche se è poi stata pubblicata posteriormente. Profondamente influenzato dal movimento del Sessantotto e dalle sue istanze libertarie, ma figlio di contadini e perciò molto legato alla terra e alle sue tradizioni, dopo aver insegnato a Samedan e Zuoz, a partire dal 1990 egli si dedica all’agricoltura e alle sue arti. Oggi, a settantatré anni, Göri vive a Samedan e si definisce un contadino in pensione. Nel 2005 ha ricevuto il Premio Schiller per l’insieme della sua opera narrativa.

    Durante l’incontro sono state proposte alcune letture tratte dalla sua raccolta di poesie e dai suoi racconti: prima dall’autore, in romancio, e poi dal traduttore, in italiano. Sono poi stati presentati i due libri disponibili in lingua italiana: “Storie brevi” (Edizioni Sottoscala, Bellinzona, 2015) e “Marcel Dupond e i gemelli criminali” (Gabriele Capelli Editore, Mendrisio, 2016), tradotti da Walter Rosselli. Quest’ultimo è uno studioso della lingua romancia originario di Preonzo (TI), insignito nel 2014 del Premio Terra Nova (nuovo premio Schiller) per la traduzione in francese del romanzo di Oscar Peer “La Chasa Veglia”. Fra una lettura e l’altra – eseguite con ottima verve teatrale – sono stati proiettati anche alcuni video realizzati da Klainguti, che hanno dato dimostrazione del suo potenziale creativo anche nell’arte figurativa (clicca qui per guardare i suoi video).

    Come scrive Walter Rosselli nella sua introduzione a “Storie brevi”, la figura artistica di questo autore dell’Engadina alta non è catalogabile: «Göri è scrittore e pittore, scrive racconti, romanzi, poesie, teatro, riflessioni, storie di caccia e di montagna, aneddoti contadini, intrighi polizieschi, enigmi. Definirlo “eclettico” è certamente azzeccato però rischioso, la nostra società di specialisti della specializzazione avendo ormai gravato questo aggettivo di un’indebita connotazione peggiorativa…». Vedendolo e sentendolo parlare, Göri rimanda un po’ anche al mito dell’homus selvaticus, e, dal discorso pervaso di sottile ironia e umiltà, anche a una sorta di moderno filosofo delle Alpi. Quel che è certo è che le sue opere stimolano nell’interlocutore quella curiosità e quello stupore alla base di qualsiasi ragionamento.

    Egli dichiara che nei testi che oggi sono a disposizione dei lettori di lingua italiana, Rosselli sarebbe riuscito a penetrare nel suo pensiero meglio di altri precedenti traduttori di lingua tedesca, restituendo i concetti ancor meglio di quanto sia riuscito a fare lui in puter. E dice che l’impulso creativo che da sempre lo spinge a scrivere è anzitutto dettato dal gusto di stupire sé stesso, ma anche gli altri, a volte stravolgendo persino gli schemi rodati di molti generi letterari. In alcuni casi è persino l’autore stesso, con nome e cognome, ad introdursi nella trama del romanzo.

    Infine Göri, che si esprime fluidamente in italiano ed è perfettamente in grado di colloquiare in un dialetto simil-valtellinese (una pratica ancora molto diffusa fra molti engadinesi autoctoni), confessa però di essere un po’ dispiaciuto del fatto che sempre più valposchiavini non si rivolgano a lui nella loro parlata locale, che egli ha sentito ed imparato ad apprezzare sin da bambino, quando si recava in visita presso una prozia che abitava a Poschiavo.


    Achille Pola