Da qualche anno, Il Bernina, durante le festività natalizie, propone ai lettori una speciale rubrica alla ricerca di personalità, associazioni o eventi che, nel corso dell’anno, si sono distinti in positivo. Per questi 12 mesi, vista la situazione straordinaria, abbiamo voluto premiare le donne e gli uomini che, in prima linea, stanno fronteggiando la pandemia di Covid-19. Un gesto simbolico per dire grazie a tutte quelle persone impegnate nell’emergenza sanitaria. (Marco Travaglia)
Jolanda Rampa, classe 1968, di Poschiavo, da ben 11 anni si occupa della pulizia di Casa Anziani e dell’Ospedale San Sisto.
Jolanda, com’è cambiato il tuo lavoro durante la pandemia?
Il lavoro è diventato sicuramente più faticoso, indossare tutto l’armamentario (mascherina, guanti, occhiali, cuffia, ecc.), oltre che a rendere i movimenti più impacciati e più difficoltosi, mi causa anche più accaloramento del solito. Tutto questo aumenta il tempo impiegato per svolgere le mie mansioni di pulizia. Tempo che accresce ancora di più se consideriamo l’attenzione maniacale alla disinfezione dei locali, che comunque già prima della pandemia era fatta in modo molto scrupoloso.
A livello personale e familiare come stai vivendo la situazione Covid-19?
Diciamo che dopo tutta l’ansia iniziale, che comunque in minima parte permane, la situazione, dopo tanti giorni, sta diventando una routine e non è più pesante a livello psicologico come all’inizio. Accettare la realtà e rimanere calmi il più possibile credo sia la formula giusta per reagire in questo momento, sempre cercando di essere più responsabili possibile nei confronti del prossimo.
Devo dire che nell’ambiente lavorativo e fuori casa tutti mi sembrano molto rispettosi e professionali per quanto riguarda le misure restrittive e le regole di contatto… cerchiamo di proseguire così e fare tutti del nostro meglio.
Quali sono le tue aspettative per il futuro, sia in ambito lavorativo che per quanto riguarda l’evoluzione della malattia nella Svizzera e nel mondo?
Come tutti mi auguro che finisca il prima possibile, sia per quanto riguarda me, la mia famiglia e i miei affetti, ma anche e soprattutto per tutti gli anziani che stanno pagando un prezzo troppo salato al Covid-19. Oltre al pericolo di contrarre questa malattia, infatti, gli ospiti di Casa Anziani e Ospedale San Sisto si trovano a fare i conti anche con l’isolamento dai propri cari e un generale senso di smarrimento e sofferenza dovuto alla sospensione di tutte le attività quotidiane che erano soliti svolgere. A loro va il mio primo pensiero, che si riesca a voltare presto pagina e possano finalmente tornare a vivere una vecchiaia serena come meritano, circondati dai loro affetti.
A cura di Ivan Falcinella