Tessitura Valposchiavo, una donazione e la nomination al Prix Jumelles

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    Prototipi di sdraio con stoffa in lino e canapa della Tessitura Valposchiavo

    La Società Tessitura Valposchiavo, oltre ad aver ricevuto un premio in denaro dal Lions Club Valposchiavo e dal Lions Club Zürich-Oerlikon, è una delle candidate alla vittoria del Prix Jumelles 2018. A livello artigiano il concorso biennale è una delle vetrine più prestigiose di tutta la Svizzera.

    Il motto della Tessitura 2018: “Vogliamo volare nel futuro, non finire al museo”

    Promuovendo la creazione e il design contemporaneo tramite l’utilizzo di tecniche artigianali tradizionali e materiali classici, la nuova collezione “Il Bagno” della Tessitura Valposchiavo è stata riconosciuta dalla Fondazione Jumelles come fra le più meritevoli in Svizzera.

    Questa candidatura, anche se non dovesse sfociare in una vittoria del concorso (premiazione il 25 settembre prossimo), è già un successo. I prodotti di tutte le aziende nominate verranno inseriti in un prestigioso catalogo e saranno in esposizione dal 25 agosto al 31 ottobre prossimi presso il centro dell’artigianato di Ballenberg di Hofstetten bei Brienz.

    “Un primo passo verso il futuro, – ci racconta Claudia Lazzarini cogliendo l’occasione per parlare a 360 gradi della situazione della Tessitura Valposchiavo – visto che la capacità di tessere, come attestato da un analisi di due anni fa, è molto alta, ma la gamma di prodotti (alcuni manufatti in produzione risalgono addirittura a più di cinquant’anni fa, Ndr) va rinnovata. Va ricercato un modo di mantenere l’offerta artigianale, ma combinarla con nuove idee e nuovi design, il tutto in linea con le poche risorse economiche dell’azienda”.

    Proprio grazie a queste nuove concezioni che serpeggiano nell’ambiente della Tessitura è nata la linea “Il Bagno” che, come detto, si è subito fatta notare a livello nazionale. Il nuovo prodotto è frutto di una collaborazione transalpina tra cinque donne, tre ditte e due nazioni; sinergia tra sud e nord delle Alpi, tra montagna e pianura, tra villaggio e città. La collezione può contare su un nuovo concetto dei colori dettato da un’esperta del settore, spalleggiata da una ditta che si dedica interamente al design, favorendo tra le altre cose l’integrazione sociale di un gruppo di donne che per svariati motivi non erano più adatte al loro ambiente di lavoro.

    “Le idee sono veramente tante, – prosegue Claudia Lazzarini – abbiamo in cantiere dei prototipi di sdraio con stoffa in lino e canapa, dei dischetti struccanti in tessuto, borse da spiaggia, tende da sole, e tanto altro. Quello che attualmente manca è il sostegno economico qui in valle, proprio a questo proposito stiamo cercando di allargare la rete di contatti anche al di fuori. Da tempo tutti si augurano che la Tessitura non scompaia, ma per non farla scomparire non basta un buon pensiero ogni tanto, bisogna fare qualcosa di concreto”.

    A tal proposito calza a pennello il motto della Tessitura dello scorso anno: “Se nessuno ci fa il filo, non possiamo tessere“. Mentre per il 2018 il proposito si è traformato in un ancora più esplicativo: “Vogliamo volare nel futuro, non finire al museo“.

    Proprio in questi ultimi giorni la Tessitura Valposchiavo ha ricevuto un premio di 10’000 CHF, che il Lions Club Valposchiavo, per festeggiare i suoi 50 anni, ha messo in palio per i progetti in valle (l’altra vincitrice è la biblio.ludo.teca). In aggiunta, il Lions Club Zürich-Oerlikon, che ha fatto una visita ai colleghi valposchiavini nel fine settimana del 1° giugno, ha incrementato di tasca propria il premio per la Tessitura di 2’500 CHF.


    Ivan Falcinella

    Ivan Falcinella
    Membro della redazione

    1 COMMENTO

    1. Mi impegno spesso, dove ho l’occasione, a promuovere i prodotti della Valposchiavo (regalo regolarmente spaghetti del mulino ad amici e conoscenti, che ne vanno ghiotti e li comperano poi presso per es. il Globus, a Zurigo. Non chiedo un grazie o provvisioni sugli acquisti…). Un modello di successo, non puo’ essere basato su regali, donazioni, riconoscimenti, premi e quant’altro. Va bene, la presenza presso il Ballenberg. Anche questa struttura (finanziata tra altri dall’ente pubblico, altrimenti fallimentare), ha pero’ problemi esistenziali, non di poco conto. I prodotti della Tessitura; costano troppo.