Ringrazio di cuore i numerosi lettori che hanno espresso il loro sostegno e la loro piena condivisione per quanto scritto nel mio precedente articolo sulla costruzione dell’ormai tristemente famoso muro all’entrata di Le Prese.
Molti di voi hanno parlato apertamente di scempio, e non potrei trovar termine più calzante.
Purtroppo, nonostante le voci indignate e il disappunto diffuso tra cittadini e villeggianti, dalle autorità cantonali, dalla Ferrovia Retica e dal Comune… silenzio assoluto. Nessuna presa di posizione, nessuna spiegazione, nessuna proposta.
Chissà quali soluzioni stanno covando — ammesso, naturalmente, che lo stiano facendo.
C’è però un’aggravante, un dettaglio che nel mio precedente scritto non avevo menzionato: hanno perfino ristretto ulteriormente il già esiguo marciapiede!
Questo atto, che definirei di arroganza urbanistica, la dice lunga su come vengono considerati i pedoni e, più in generale, gli abitanti di Le Prese e Spinadascio.
Un vero schiaffo alla sicurezza e al buon senso.
Ricordo che, nelle riunioni della frazione di Le Prese e dintorni, i convenuti all’assemblea avevano deciso quasi all’unanimità la salvaguardia della larghezza dei marciapiedi.
Eppure oggi assistiamo, proprio dopo il famigerato muro, all’inizio di un restringimento che lascia presagire l’intenzione di proseguire così lungo tutta la tratta interna al villaggio.
Se questo è il modo di “valorizzare” un paese a vocazione turistica, c’è da chiedersi quale idea di accoglienza si voglia trasmettere ai visitatori.
Come se non bastasse, la qualità dell’esecuzione lascia a desiderare: dopo le prime piogge si è formata una pozzanghera che rende impraticabile il marciapiede, costringendo pedoni — anziani, genitori con carrozzine, bambini — a scendere in strada, mettendo a rischio la loro incolumità.
E quando arriverà l’inverno? Cosa ne sarà di quella pozzanghera quando diventerà puro ghiaccio?
Immaginare il risultato fa rabbrividire, e non solo per il freddo.
Invito dunque le autorità a un sopralluogo immediato, e auspico che si trovi una soluzione degna di quella che qualcuno, con amara ironia, ha già ribattezzato “l’ottava meraviglia del mondo”.
Solo così potremo restituire un vero “Benvenuti a Le Prese” ai residenti e ai turisti, in coerenza con lo spirito accogliente e poetico del nostro villaggio, tanto caro al nostro Vuelle.