200 franchi non bastano: la voce delle minoranze è a rischio

La Pgi guarda con preoccupazione al possibile esito dell’iniziativa popolare «200 franchi bastano! (Iniziativa SSR)». Un eventuale sì all’iniziativa avrebbe conseguenze profonde e durature per il panorama mediatico svizzero.
Un testo antico con lettere ornate e una grande iniziale "M" al centro. Sopra, un logo verde con la scritta "Pgi".

I tagli previsti, con forti ripercussioni sul personale e sulla programmazione, colpirebbero l’intero Paese, ma in modo particolarmente duro le minoranze linguistiche e le regioni che già oggi dispongono di una copertura radiotelevisiva ridotta. Eppure, proprio laddove le distanze geografiche e linguistiche possono creare fratture, la presenza di un’informazione accessibile, indipendente e affidabile svolge un ruolo essenziale perché favorisce la conoscenza reciproca, promuove il plurilinguismo e contribuisce a mantenere un legame solido tra tutte le regioni della Confederazione.

La nostra preoccupazione è concreta: temiamo che, in futuro, la SSR non sia più in grado di garantire un’offerta radiofonica e televisiva completa e di pari valore nelle diverse lingue del Paese. Un’eventuale riduzione forzata delle attività impedirebbe alla SSR di continuare – e tanto meno di rafforzare – il suo contributo alla coesione nazionale, allo scambio culturale e alla partecipazione democratica su tutto il territorio svizzero.

Particolarmente allarmante è l’impatto, già annunciato, che i tagli avrebbero sulla copertura dell’attualità e dell’informazione quotidiana. Per il Grigionitaliano (come pure per tutta l’italofonia in Svizzera), le trasmissioni della RSI costituiscono un accesso regolare a notizie regionali, cantonali, nazionali e internazionali in lingua italiana. Ogni riduzione del servizio significherebbe, di fatto, una perdita di visibilità e di voce per una comunità che già oggi deve impegnarsi con forza per far sentire le proprie esigenze e tutelare la propria identità linguistica e culturale.

La riduzione del canone a 200 franchi produrrebbe effetti sproporzionati proprio nelle regioni periferiche e tra le minoranze linguistiche, dove la presenza di un servizio pubblico forte non è un lusso, ma una condizione essenziale per garantire equità, rappresentanza e partecipazione.

Di fronte a questi rischi, esprimiamo una profonda preoccupazione per il futuro della coesione nazionale e della diversità linguistica del nostro Paese: due pilastri fondamentali dell’identità svizzera, che meritano di essere tutelati e rafforzati, non indeboliti.



Consiglio direttivo della Pgi

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