L’élite politica teme tuttora il verdetto popolare

Il 24 ottobre 2025 la Conferenza dei governi cantonali si è espressa in merito al tipo di referendum da applicare per l’accordo quadro con l’Unione Europea.
Donna con capelli lunghi e castani, sorridente, indossa una giacca bianca e una camicia verde. Sfondo bianco.

Quindici cantoni sostengono il referendum facoltativo, dieci quello obbligatorio e uno si è astenuto. Tra i favorevoli al referendum facoltativo figura purtroppo anche il Cantone dei Grigioni. Una posizione incomprensibile e del tutto incoerente con la sua tradizione federalista. Proprio una regione con una popolazione ridotta, che trae forza dal principio della doppia maggioranza, avrebbe dovuto difendere con convinzione il diritto dei cantoni meno popolosi a far valere la propria voce. Il principio della doppia maggioranza garantisce infatti l’equilibrio tra cantoni grandi e piccoli. Rinunciare al referendum obbligatorio di fatto significa ridurre il peso democratico dei cittadini grigionesi. Così facendo, il Governo grigionese ha indebolito non solo il peso politico del nostro cantone, ma anche la fiducia della popolazione nelle istituzioni che dovrebbero rappresentarla. Questa decisione mette ancora una volta in luce quanto una parte dell’élite politica sembri aver perso completamente il contatto con la base. Si preferisce evitare il confronto diretto con il popolo, temendone il verdetto. Ma la democrazia diretta non può funzionare se viene ridotta a un esercizio facoltativo, subordinato alla raccolta di 50’000 firme in soli 100 giorni. È bene ricordare che esiste tuttora la possibilità di un “referendum sui generis”, uno strumento giuridicamente legittimo che consentirebbe di sottoporre gli accordi a un voto obbligatorio, garantendo così la partecipazione effettiva del popolo e dei cantoni. Di fronte a decisioni che incidono profondamente sulla sovranità e sull’autonomia della Svizzera, serve coraggio politico, non tatticismo. La fiducia dei cittadini si rafforza solo attraverso la trasparenza ed il rispetto delle regole fondamentali della nostra democrazia. La nostra Svizzera ha bisogno di più voce al popolo – non certo di meno.

 

Gabriela Menghini-Inauen

Deputata al Gran Consiglio

www.gabriela-menghini-inauen.ch

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