La Ferrovia Retica, con la spettacolare tratta del Bernina tra Tirano e St. Moritz, è da anni uno dei simboli più riusciti dell’incontro tra ingegneria e paesaggio alpino. Il riconoscimento come Patrimonio mondiale dell’Umanità UNESCO ne ha consolidato la fama internazionale, trasformandola in una meta ambita per viaggiatori da tutto il mondo. Un successo straordinario che oggi impone una riflessione attenta sul futuro della ferrovia e dei territori che attraversa.
Negli ultimi anni sono stati realizzati ingenti investimenti infrastrutturali: nuovi scambi, potenziamenti tecnici, misure di sicurezza e una gestione più flessibile del traffico hanno permesso di aumentare il numero dei treni e ridurre i tempi di percorrenza. L’obiettivo era chiaro: accogliere con maggiore efficacia un flusso turistico in costante crescita e migliorare la qualità complessiva del servizio. I numeri confermano l’impatto di queste scelte: oltre un milione di passeggeri all’anno percorre oggi la linea del Bernina.
Parallelamente però, questo sviluppo ha aperto un dibattito sempre più acceso. La Ferrovia Retica non è soltanto un’attrazione turistica, ma un servizio pubblico che deve rimanere accessibile ai residenti e ai visitatori che soggiornano stabilmente lungo la tratta. Su questo tema, e su altri aspetti legati all’impatto del traffico turistico, si è discusso più volte negli ultimi anni, segnale di un’attenzione crescente da parte della popolazione.
A questo punto la domanda è inevitabile: la crescita può proseguire senza limiti? In molti siti UNESCO si è già scelto di introdurre forme di numero chiuso o di gestione controllata dei flussi, non per frenare il turismo, ma per preservare la qualità dell’esperienza e la sostenibilità ambientale. È legittimo chiedersi se abbia senso promuovere territori autentici, naturali e tranquilli mentre si continua a favorire un afflusso sempre maggiore di visitatori, incoraggiando di fatto il turismo di massa e del mordi e fuggi.
Forse è il momento di avviare una riflessione comune tra Ferrovia Retica, istituzioni e comunità locali. Più treni e più passeggeri non equivalgono necessariamente a un miglior servizio: un aumento indiscriminato rischia anzi di generare squilibri difficili da gestire.
La vera sfida sarà trovare un equilibrio che garantisca la tutela non solo della Valposchiavo, ma dell’intera tratta Tirano–St. Moritz: un patrimonio unico che merita di essere preservato nella sua completezza, affinché continui a rappresentare un modello di armonia tra uomo, natura e storia.
PoschiavoViva