In una domenica di vento d’autunno, uno non si aspetta un concerto così: c’era qualcosa di antico e moderno insieme, di eterno e sfuggente nell’evento musicale di questo fine settimana dedicato ai 100 anni di Teodorakis, in Casa Console.
Cinque artisti (Mattias Müller, Adrian Müller, Henri Fleury, Rico Punzi e Jennifer Ribeiro Rudin), cinque strumenti (violoncello, due chitarre, pianoforte e bouzouki), quattro voci calde e intonatissime, hanno riempito la sala di note ondose, suoni morbidi e incantanti.
Ritmi e melodie ti portavano in Grecia, dentro le cante del compositore Mikis Teodorakis. Una traduzione italiana dei testi, proiettata sulla parete, ti confermava una poesia che già intuivi anche nel testo originale per la musicalità che regalava.
Amore, passione, nostalgia, dolore, denuncia politica, si traducevano in note suonate e cantate con sensibilità e ascolto per l’altro.
Fuori il vento non ha smesso di soffiare, ma dentro, in quella mansarda, chi c’era ha sentito il mare, ha visto i colori di un tramonto, sentito profumi mediterranei, ha percepito una nostalgia portata da lontano, ha sorriso per ricordi riemersi.
Un concerto che è stato quasi un viaggio, in una terra di sole e di tormento, tanto che l’atterraggio finale nel vento freddo della piazza è stato davvero brusco.
Ci siamo abbottonati tutti giacche e giacconi per trattenere ancora un poco il calore e la bellezza di quelle musiche.
Complimenti e grazie.
Serena Bonetti
 
        
     
    
 
                
                     
            
            
            
            
            
            
             
            
            
            
            
            
            
             
                
                     
                
                    