Verso Expo: la dieta alpina in uno spettacolo multimediale

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Dalla ricerca etnografica alla performance
Con la performance multimediale, realizzata nell’ambito del progetto E.A.T. Etnografie Alimentari Transfrontaliere, prendono il via le attività e gli eventi della Valposchiavo legati ad EXPO2015.


Entro valli che si facevano rifugi, ardui da penetrare, gli eredi degli antichi Rezi avevano tenuto viva la fiammella di un’eredità mai del tutto smentita, e animata da una fierezza che per secoli significò libertà e resistenza.
(Grytzko Mascioni)

Un uomo percorre un viaggio di ritorno nella propria valle sul Trenino Rosso del Bernina. Attraverso paesaggi, storie, immagini e i racconti dei compagni di viaggio, coro di saperi popolari di una cultura condivisa che si tramanda oralmente e si trasforma nel tempo, l’uomo narra e trasmette al pubblico il senso di appartenenza al proprio territorio: terrazzamenti che rubano ostinatamente terreni alla montagna per coltivare i prodotti della terra, la vite e il grano saraceno, il vino, i formaggi, il pane, i saperi alimentari,  la loro ritualità, il lavoro e le  feste sono segni indelebili di un patrimonio culturale materiale e immateriale, personale e collettivo, di vite contadine caratterizzate da fatica, ingegno e frugalità, di “uomini selvatici” che custodiscono e tramandano i saperi e i segreti legati alla quotidianità e alla sopravvivenza del mondo alpino.

L’appuntamento è per venerdì, 10 aprile 2015 alle ore 20:30 presso la Chiesa Evangelica di Poschiavo.
L’ingresso è gratuito.

Dalla ricerca etnografica alla performance

La performance E.A.T. metterà in scena voci, racconti orali, immagini, suoni, testi, musiche tradizionali e composizioni originali rielaborate attraverso l’uso creativo di narrazione, antichi saperi e nuove tecnologie, video in tempo reale, strumenti musicali tradizionali, pietre sonore e live electronics. Per realizzare la performance, un gruppo interdisciplinare composto da ricercatori etnografici, videomaker, fotografi, ingegneri del suono, musicisti e storyteller ha condotto una ricerca etnografica sul campo e in archivio che ha indagato i saperi legati alla cultura alimentare tradizionale documentandone la stagionalità, la relazione col territorio, gli aspetti socio economici, il lavoro e le trasformazioni del paesaggio, la ritualità e convivialità legati all’alimentazione nei territori dell’area transfrontaliera italo-svizzera compresa tra la Valposchiavo, la Valtellina e la Bregaglia.

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Hanno incontrato e ascoltato i protagonisti e gli studiosi di una tradizione alimentare viva e in continua trasformazione documentando e raccontando saperi e pratiche legati alla preparazione del cibo, le sue tradizioni e le continue trasformazioni, gli aspetti sociali, culturali e comunitari, i momenti conviviali e la ritualità del consumo e della condivisione del cibo. Agricoltori, allevatori, coltivatori della vite e di erbe aromatiche, produttori di vino, mugnai, panificatori, produttori di latte e formaggi, proprietari di osterie e ristoranti, cuochi e cuoche depositarie di saperi e ricette tramandate oralmente, geografi, sociologi, esperti di cultura alpina, di coltura biologica e biodiversità, contrabbandieri, frequentatori di osterie e consumatori di cibo hanno condiviso con noi il loro sapere, la loro storia, la loro cultura.
Tra l’altro sono stati usati materiali della Società Storica Valposchiavo, tra i quali anche filmati realizzati da Plinio Tognina negli anni ’60 e ’70.

Il progetto E.A.T.

Il progetto E.A.T. è realizzato dal Polo Poschiavo in collaborazione con un consorzio di associazioni culturali lombarde e la Regione Lombardia, nell’ambito del programma di scambio culturale bi-nazionale «Viavai – Contrabbando culturale Svizzera-Lombardia»: un’iniziativa della Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvetia realizzata in partenariato con i Cantoni Ticino e Vallese, la Città di Zurigo e la Ernst Göhner Stiftung. «Viavai» si avvale del patrocinato dell’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. La performance di Poschiavo gode del sostegno finanziario anche dell’Istituto Italiano di Cultura di Zurigo.

Cassiano Luminati
Polo Poschiavo